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Per Natale il Signore ci liberi dal Covid e da questo governo (bocciato persino da De Benedetti)

Franco Bechis
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Tutto avrei pensato nella vita meno che dovere battere le mani a Carlo De Benedetti. Però ieri sera vedendolo su Otto e mezzo da Lilli Gruber un applauso mi è davvero scappato. 

Davanti al solito processo tv agli italiani che sembra lo sport principale della inutilissima classe dirigente e intellighentia di questo Paese, l’ingegnere ha pronunciato il suo tonante «Non ci sto» che ha lasciato di stucco lo studio. De Benedetti ha fermato lo stucchevole linciaggio dei cittadini italiani che hanno affollato le strade nel week end puntando il dito sulle esclusive responsabilità di Giuseppe Conte e del suo governo: «Gli italiani hanno fatto non solo quello che era loro consentito fare, ma quello che questo stesso governo aveva chiesto di fare. Da una settimana martellavano con l’operazione cashback, spingendo gli italiani a fare acquisti con bancomat e carte di credito nei negozi per avere indietro il 10 per cento, cosa che non sarebbe avvenuta acquistando on line. Li hanno spinti a farlo e poi si indignano perché lo hanno fatto?».

Non avrei saputo dirlo meglio. Ma De Benedetti ha affondato ancora il colpo: «Agli italiani è stato detto tutto e il contrario di tutto, chi li governava ha offerto solo grandissima confusione perché della pandemia non ha capito proprio nulla. Basti pensare che poco più di un mese fa Conte aveva motivato la divisione dell’Italia in zone gialle, arancioni e rosse con i loro lockdown regionali per potere consentire le feste di Natale in tranquillità, e stiamo vedendo come non è affatto così...».

Inappuntabile, e non sto citando un tifoso qualunque del centrodestra, anzi. Nella stessa trasmissione De Benedetti ha tranquillizzato Gruber e Severgnini spiegando che secondo lui se si andasse ad elezioni e vincesse il centrodestra, durerebbe lo spazio di un mattino e l’Europa chiuderebbe le sue casse cosa che sarebbe normale perché non si può fare allo stesso tempo gli antieuropeisti e poi presentarsi con il cappello in mano. Non ho la sua stessa opinione sul punto, primo perché il Recovery fund ha davvero in dono all’Italia una quindicina di miliardi di euro netti (la gran parte sono prestiti, il resto è finanziato da nuove tasse che gli italiani debbono pagare e dai contributi dell’Italia al bilancio comune dell’Unione europea), e secondo perché il fallimento dell’Italia sarebbe un problema economico per l’intera area dell’euro che quindi farebbe di tutto per evitarlo a prescindere da chi siede a palazzo Chigi.

Ma l’onestà intellettuale di De Benedetti questa volta sorprende, tanto più in tempi così grigi in cui la libertà è così compressa e le tentazioni di regime sempre più striscianti.

Non abbiamo ancora chiaro cosa abbia intenzione il governo di fare al Natale degli italiani: dovevano prendere una decisione ieri, ma erano intenti a difendere o spartirsi le loro poltrone che è sembrato più urgente dello spiegare a chi ha attività economiche se potranno stare aperte e quindi hanno necessità di rifornirsi per quei giorni o fermare tutto che di tempo ne resta poco. Questi signori al comando però sono ricurvi sui propri comodi, e se ne infischiano delle esigenze degli italiani che considerano solo spalle su cui riversare la colpa della loro incapacità di governo. Parolai urticanti e intollerabili cui è sfuggito ormai anche un minimo di buon senso: il peggiore governo che l’Italia abbia avuto dal dopoguerra. Una calamità naturale che amplifica i danni di questo maledetto virus, per cui possiamo solo pregare in queste sante feste con quel che sarà possibile riunire delle nostre famiglie: «Libera nos, Domine!». Liberaci, Signore. Dal virus e da questi flagelli umani.
 

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