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Sui vaccini troppa propaganda. Serve un piano e più sincerità

Francesco Storace
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Non è detto che chi dubita sia iscritto per forza alla fazione no-vax. Molto più semplicemente, vorrebbe essere tranquillizzato sull’efficacia dei vaccini anti-Covid. Ma ogni giorno c’è una gara a seminare di paura il cammino della nostra uscita dal tunnel del virus. Un consiglio alla politica e alle stesse cariche istituzionali. Sottraetevi a questa insensata corsa a spararvi la siringa vaccinale in diretta tv. Primo, perché il prodotto servirà prioritariamente a chi ne avrà bisogno per davvero; secondo, perché con i livelli di credibilità della politica c’è il rischio di provocare l’effetto contrario. «Non sono certo loro che mi possono convincere».

Ci dicono che il 29 dicembre l’Ema – l’agenzia europea del farmaco – esaminerà e approverà il vaccino Pfizer. Poi, da gennaio si metteranno in fila anche gli altri per arrivare nei vari paesi. Pfizer per primo, dunque. Ci sono appetiti – ieri addirittura è stato attaccato il sito informatico dell’agenzia – e interessi di non poco conto. Chiederemmo di considerare come primo interesse la salute della popolazione mondiale, visto che siamo di fronte ad una pandemia.

Ma che cosa vogliono dire gli «allergici» che improvvisamente si trovano a rischio con quel vaccino? Si dice che l’Ema potrebbe autorizzare Pfizer all’immissione in commercio della propria produzione con prescrizioni. Ad esempio, vietandolo proprio agli allergici. Cominciamo dagli asmatici? Abbiamo idea di che cosa possa significare? Forse tra medici e infermieri non ce ne saranno in Italia? Non deve essere certo casuale quel che afferma proprio il vertice dell’Ema. «Dobbiamo dire subito che il vaccino non è una bacchetta magica, la popolazione dovrà continuare a seguire tutte le restrizioni come mascherina, igiene e distanziamento perché all’inizio non ci saranno dosi per tutti e anche dopo, ancora per un certo periodo, fino a quando l’impatto del vaccino non sarà del tutto chiaro». L’avvertimento del capo dell’Ema, Cook, lo abbiamo letto su Repubblica.

Basteranno le solite rassicurazioni, che sembrano più formali che sostanziali? Dice Pregliasco, virologo conosciuto al grande pubblico, che le reazioni allergiche al vaccino «rientrano nella norma». Ma secondo le autorità inglesi – è stato fatto notare a Pregliasco - chi ha allergie di lunga data in questo momento è meglio che non si vaccini.... «Credo sia un aspetto precauzionale», la risposta di Pregliasco. E sull’ipotesi che anche in Italia potrebbe avvenire la stessa cosa, «diciamo che è una delle controindicazioni alla vaccinazione».

Insomma, per il cittadino comune diventa davvero difficile capire. E sarà bene che si pensi ad una campagna affidata ad autorità realmente indipendenti per spiegare le qualità della vaccinazione. Non sarà certo la minaccia dell’obbligatorietà a rendere più efficace la cura. Il primo a doverlo capire è il ministro della salute Roberto Speranza, che ogni tanto sembra pretendere la coercizione dei cittadini. C’è semmai bisogno di capacità di persuasione, proprio per vincere le paure che esistono nella popolazione. L’attenzione agli effetti collaterali dei vaccini è presente in tutti e non saranno ordini di Stato a cancellarla. Ecco perché occorre essere prudenti anche con le parole delle «autorità».
 

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