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Conte occupa i telegiornali. Ma lo denuncia Italia Viva: ora tocca anche all'opposizione

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Che Giuseppe Conte abbia ormai costretto gli italiani a subire non solo i suoi provvedimenti, ma persino le sue presenze televisive, crediamo sia un dato di fatto innegabile. Le sue dirette ormai sono diventate oggetto di satira persino sui social.

Ma non tutti le gradiscono e sorprendentemente fanno arrabbiare anche la maggioranza (e l’auspicio è che anche l’opposizione voglia dire qualcosa in proposito).  A parlare, come al solito senza peli sulla lingua, è il deputato di Italia Viva Michele Anzaldi, componente della commissione di vigilanza Rai. I toni sono durissimi.

«Ancora una volta una conferenza stampa di Conte alle 20.15, in concomitanza con i telegiornali di massimo ascolto delle ore 20. Un modo per trasformare in tg in semplici megafoni dell’account Facebook del premier e impedire ai giornalisti di fare il loro lavoro. Perché non tenere la conferenza stampa ad esempio alle 18, oppure alle 19.15, o comunque prima della messa in onda della gran parte dei tg, in modo da permettere ai giornalisti di valutare le notizie e deciderne il confezionamento?».

«È così che l’informazione - prosegue Anzaldi - si trasforma in propaganda. Una deriva gravissima. Sorprende che nessuno si ribelli e che queste imposizioni vengano accettate in silenzio da tutti. In nessun altro paese democratico al mondo vengono usate tali modalità di comunicazione, in nessun altro paese ogni settimana il presidente del Consiglio fa un messaggio a reti unificate in prima serata, abusando di uno strumento che dovrebbe essere usato solo in casi davvero eccezionali e non per ogni dichiarazione governativa». Non c’è che dire, almeno qualcuno che osi sfidare un’aria di regime c’è.

f.s.

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