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Prove (segrete) di patrimoniale: nella legge di Bilancio spunta l'emendamento della sinistra

Pierpaolo La Rosa
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Puntuale, come ogni legge di Bilancio che si rispetti, ecco spuntare all'improvviso un emendamento che introduce la patrimoniale. Parola che, al solo ascolto, fa venire l'orticaria ad un bel Po' di italiani. Stavolta tocca al deputato di Liberi e uguali Nicola Fratoianni presentare, come primo firmata rio, una proposta di modifica che prevede un tributo sui grandi patrimoni e la cancellazione dell'Imu sulla seconda casa. Testo sottoscritto da altri esponenti di Leu come Rossella Muroni, Luca Pastorino ed Erasmo Palazzotto, e da parlamentari del Pd come Matteo Orfini, Chiara Gribaudo, Giuditta Pini, Fausto Raciti e Luca Rizzo Nervo.

«A decorrere dal 10 gennaio 2021 - si legge nell'emendamento istituita un'imposta ordinaria sostitutiva sui grandi patrimoni la cui base imponibile è costituita da una ricchezza netta superiore a 500.000 euro derivante dalla somma delle attività mobiliari ed immobiliari al netto delle passività finanziarie, posseduta ovvero detenuta sia in Italia che all'estero, da persone fisiche, la cui aliquota stabilita in misura pari a: 0,2% per una base imponibile di valore compreso tra 500.000 euro e 1 milione di euro; 0,5% per una base imponibile di valore oltre 1 milione di euro, ma non superiore a 5 milioni di euro; 1% per una base imponibile di valore oltre i 5 milioni di euro, ma non superiore a 50 milioni di euro; 2% per una base imponibile di valore su periore ai 50 milioni di euro. Limitatamente all'anno d'imposta 2021, per una base imponibile superiore ad 1 miliardo di euro, l'aliquota fissata al 3%».

«È una proposta che interviene su patrimoni con dimensioni molto grandi e ha l'obiettivo di razionalizzare il sistema fiscale», ci dice Fratoianni che sottolinea: «Oggi, ancora di più, si allarga la forbice tra chi ha enormi ricchezze ed una maggioranza che vive difficoltà sempre più grandi. Ed una persona fisica proprietaria di un bene immobile, che sul piano catastale vale oltre mez zo milione di euro, è probabilmente difficile da collocare nel ceto medio». Un altro dei firmatari dell'emendamento, Luca Pastorino, anche lui di Liberi e uguali, condivide il principio alla base della misura, ma solleva pure un non trascurabile dubbio. «Il periodo è quello che è ed è giusto che chi ha di più dia di più», ci spiega il parlamentare, «togli le altre tasse sul patrimonio e ne introduci una unica. Certo, bisognerà vedere l'effetto del gettito del tributo proposto da Fratoianni, che sia positivo e non irrisorio. Insomma, occorre fare due conti. Io, poi, sono firmatario di un altro emendamento alla manovra, presentato dal nostro capogruppo alla Camera Fornaro, un po' più sfumato, che parla di un contributo di solidarietà».

Il centrodestra, dal canto suo, non ci sta. «La sinistra cala la maschera e mostra il suo volto: Pd e Leu propongono quella che all'apparenza è una patrimoniale, ma nella sostanza una rapina nei conti correnti degli italiani», accusa il deputato di Forza Italia Giorgio Mulè, secondo cui l'emendamento «punta a colpire 180% degli italiani. Un approccio che va nella direzione opposta a quelli che sono i valori e la storia di Forza Italia che non aumenta le tasse, ma combatte per diminuirle». «L'onorevole Mulè è sempre molto teatrale nelle sue dichiarazioni, lo dico con simpatia - la replica di Fratoianni affidata al nostro giornale -. Io sostengo che se 1'80% degli italiani, intesi come persone fisiche, fossero in possesso di un patrimonio superiore al mezzo milione di euro, vivremmo in un altro Paese, senza i problemi che abbiamo».

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