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In Regione si indaga su Lady Giustizia

Francesco Storace
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Tutti zitti, meno uno. Sulla strana storia di lady giustizia, l’avvocatessa di Terni piena di incarichi al Policlinico di Roma, dalla Regione Lazio non si sente una voce dopo il racconto de «Il Tempo». Poi, un paio di giorni dopo, è il Corriere di Viterbo a far sapere che la musica suona la stessa solfa nella Asl locale. Nicola Zingaretti non se ne accorge. «Ma è dei nostri questa Patrizia Bececco?», si sarà semmai scomodato a chiedere all’assessore alla Sanità Alessio D’Amato. Sicuramente la conosce benissimo il direttore generale del Policlinico Umberto primo Vincenzo Panella, che se la porta appresso nelle varie aziende sanitarie in cui può decidere. O dove ci sono altri suoi colleghi. Perché Panella è anche cliente dell’avvocatessa ternana ed evidentemente ha scarsa dimestichezza con i professionisti del Foro di Roma.
Ora però, la vicenda del Policlinico – svariate centinaia di migliaia di euro di incarichi solo quest’anno - si è arricchita (parola quanto mai opportuna) di dettagli sulla Asl di Viterbo. E in Regione si sente finalmente una voce. È quella del presidente del comitato regionale di controllo contabile, Giancarlo Righini, esponente di Fratelli d’Italia e proprio perché esponente dell’opposizione è per statuto alla guida dell’organismo che verifica le spese istituzionali e degli enti collegati, a partire dalla stessa sanità. Righini non ci è andato leggero, spingendosi ad individuare possibili danni erariali e conflitti d’interesse.
Nella dichiarazione inviata ieri alle agenzie di stampa e ai giornali, il presidente del comitato di controllo contabile è stato molto netto: «Ritengo che l’incresciosa vicenda debba essere oggetto di verifiche da parte del CO.RE.CO.CO. essendoci la necessità di accertare se si configurano gli estremi del danno erariale, anche considerando che alle dipendenze della Amministrazione Regionale ci sono decine di qualificati avvocati e tenendo presente che il deficit della Pisana dovrebbe sconsigliare fortemente uscite di tale entità». Righini ha sottolineato «la necessità di fare al più presto piena luce su quello che, ad una prima interpretazione dei fatti fornita dalla stampa, sembra essere un conflitto d’interessi pubblici e privati, tra l’avvocatessa umbra ed il direttore generale del Policlinico Umberto I». Insomma, l’opposizione arriva ancora prima di eventuali controlli della magistratura.

 

 

E certo non c’è bisogno di decreti legge di ristoro nel caso dell’avvocatessa Bececco. Stupisce semmai che anche la Asl di Viterbo abbia manifestato particolare generosità – sicuramente per elevatissima stima professionale – nei confronti della legale ternana. Da Terni del resto proverrebbe anche la famiglia della dg della locale Asl, Daniela Donetti. Ebbene, in questa Asl, sono stati affidati incarichi per quasi quattrocentomila euro in tre anni all’avvocato Patrizia Bececco. Nella cronaca del Corriere di Viterbo, le cifre sono indicate minuziosamente. «Incarichi per oltre 395 mila euro in tre anni. Precisamente dal 16 novembre 2017 al primo ottobre 2020». «In tre anni – continua il quotidiano - sono stati 43 gli incarichi assegnati a lady giustizia: dodici, finora, nel 2020: il primo il 2 aprile, l’ultimo il primo ottobre. Incarichi di 4, 5, 8 mila euro, qualcuno però anche ben più sostanzioso. È il caso, ad esempio, di due conferiti a distanza di 24 ore, il 15 e il 16 settembre scorsi, rispettivamente di 11 mila 353 e 36 mila 151 euro. In entrambi, va detto, ad onor del vero, compare però anche il nome di un altro avvocato: Vittorio Miniero». Insomma, materiale interessante su cui lavorare per il comitato regionale di controllo contabile, ai fini delle sue attività istituzionali. E chissà che non vengano fuori anche altri incarichi in altre parti della regione Lazio. Tutti meritati, sia chiaro.
 

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