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Azzolina inciampa sulla tesi: la Lega presenta la mozione di sfiducia contro la ministra

Andrea Amata
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La Lega ha depositato in Senato la mozione di sfiducia nei confronti del ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. Nel «j’accuse» leghista si censura l’inadeguatezza del titolare del ministero della Pubblica istruzione e «la disastrosa gestione della scuola che sta tenendo in tensione famiglie, studenti e personale». Si imputa al Ministro la responsabilità di non aver fornito «certezza sul proprio destino a 8 milioni di studenti». Oltre a ciò, nell’atto di sfiducia presentato a Palazzo Madama si afferma: «Il Governo non ha alibi e l’incapacità di chi lo rappresenta pesa ormai irrimediabilmente sulla vita e sulla formazione dei nostri ragazzi. Servono risposte immediate, non c’è più tempo e senza ripartenza in sicurezza della scuola non riparte l’intero Paese».

Nel mirino della Lega anche la tesi di laurea e la carriera del ministro Azzolina avvolte dalla nebbia del sospetto: «C’è il dubbio - si legge nella mozione - che la Ministra Azzolina abbia commesso reato di plagio e di violazione del diritto d’autore, copiando da opere altrui interi brani sia nella sua tesi per la Scuola di Specializzazione all’Insegnamento Secondario, discussa all’Università di Pisa nel 2010, sia nelle due tesi di primo e di secondo livello, discusse all’Università di Catania, mettendo per giunta in vendita i tre elaborati su un sito specializzato». In Germania il ministro dell’Istruzione Annette Schavan, accusata di analogo reato, si dimise, così come era stato costretto a congedarsi dal governo, per la stessa accusa, anche il ministro della difesa Karl-Theodor zu Guttenberg.

Nella mozione leghista si fa riferimento anche alla vicenda professionale della Azzolina: «La stessa ministra, come segnalato in due articoli del 12 e del 14 agosto pubblicati dal "Giornale", risulterebbe essersi di fatto anche "autoassunta" a dirigente scolastico». Il Tar - chiosano dal Carroccio - ha annullato l’intera prova del concorso a cui il Ministro ha partecipato, se il Consiglio di Stato il prossimo 15 ottobre dovesse confermare la sentenza, si potrebbe configurare un palese conflitto di interessi. Siamo fra i Paesi che aprono con più ritardo le scuole e i mesi che ci precedono non sono stati impiegati per pianificare un regolare inizio delle attività didattiche. Siamo giunti ad una riapertura claudicante con disagi organizzativi, con scuole sguarnite, nonostante gli impegni solenni di Conte e la Azzolina, sia negli arredi scolastici sia nelle circa 70mila cattedre vacanti. La scuola è la fondamentale agenzia formativa, incubatrice di futuro e generatrice di responsabilità, che offre agli adulti del domani gli strumenti per decodificare la realtà ed iniziare ad assumere la consapevolezza della cittadinanza. Il commissario straordinario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri, sebbene detenga un potere eccezionale che gli consente di agire in deroga alle procedure ordinarie, è riuscito a consegnare solo l’8% dei banchi a rotelle, disattendendo le promesse del governo e confermando la futilità degli attori che avrebbero dovuto garantire una funzionante ripartenza scolastica. Un fallimento di cui solo Arcuri pare non avere cognizione tanto da incensarsi in un'intervista su Repubblica dove definisce «ciclopico lo sforzo dei suoi uffici».

Alla luce delle inadempienze finora accertate e dei fornitori di banchi inidonei, come nel caso della Nexus di Ostia, le parole di Arcuri si possono assimilare ad una sorta di autoerotismo sadico.

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