l'arrivo

Benvenuto a Francesco Storace: Il Tempo diventa più grande

Franco Bechis

Da oggi Francesco Storace è vicedirettore vicario de Il Tempo. Non ho bisogno di presentarlo ai lettori, perché sanno benissimo chi è. Lo abbiamo raccontato per anni perché era uno degli uomini politici più importanti di questo territorio: oltre ad avere seguito e in qualche modo lanciato Gianfranco Fini all'inizio della seconda Repubblica, negli anni ha avuto molti incarichi istituzionali. Dalla presidenza della commissione di vigilanza sulla Rai (e lì gli appiopparono il nomignolo di «Epurator»), a governatore del Lazio fino a ministro della Salute. Ha fatto il politico per molti anni, e in quelli ci siamo conosciuti da parti diverse della barricata. Qualche volta è stato fonte preziosa di quel mondo, altre non siamo andati proprio d'accordissimo.

 

  

Quando dirigevo per la prima volta Il Tempo, lui era presidente di Regione e qualche campagna giornalistica deve essergli andata di traverso, perché ricordo come fosse oggi la telefonata che mi fece di pochissime parole: «Vedi di camminare sulle strisce, perché fuori da quelle ti prendo sotto». Il carattere è così, sanguigno e talvolta impulsivo, cosa che non lo ha aiutato troppo nella carriera professionale. Ma spesso gli ha regalato stima da chi non avrebbe mai immaginato. Come quando al primo avviso di garanzia lasciò la carica di ministro, anche se poi le accuse si rivelarono in giudizio infondate. O come quando ha rinunciato - ed è stato fra i pochissimi - al vitalizio da consigliere regionale, che infatti non prende.


Però Storace non è qui a Il Tempo per essere stato un politico con una sua concezione rigorosa dell'onore. Ma perché - anche se qui lo conoscerete meno - è un giornalista con i fiocchi. Ha fatto la gavetta al Secolo d’Italia quando era un giornale importante e strutturato. Lo ha ripreso in questi ultimi anni da direttore per farne l'edizione on line e in un battibaleno ha scalato le classifiche dei siti di informazione più visti partendo quasi da zero.

 

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Siccome ogni giorno ci scambiavamo per whatsapp le migliori cose che venivano dalle due testate commentandole a vicenda, mi ha colpito la fantasia e l'inventiva con cui riusciva a lanciare notizie e suggestioni giornalistiche anche nei giorni di stanca dell'agenda quotidiana. La stessa cosa con un blog - 7 Colli - con cui pubblicava talvolta prima di noi anche notizie di cronaca del giorno. Un vulcano, che - ne sono certo - esploderà con tutti i suoi liberi zampilli in un giornale generalista come Il Tempo.

 

Francesco da mesi lasciava cadere una battuta: «Lavorassimo insieme saremmo esplosivi». Grazie anche alla disponibilità degli editori, è diventato possibile e da oggi lo troverete non so quante volte su queste pagine. Ieri, primo giorno di lavoro, è stato dura fermarlo. Ma deve farsene una ragione: a un certo punto la carta finisce. Quindi ha scritto pure sul nostro sito www.iltempo.it dove potrete ritrovare la firma ogni giorno. Gli do qui il benvenuto, perché a parole ieri è stato impossibile: se non era chino a scrivere, ne stava escogitando un'altra per i prossimi giorni. Buon inizio!

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