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Nicola Zingaretti al governo. Lazio verso il voto

 Giuseppe Conte e Nicola Zingaretti

Daniele Di Mario
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Rimpasto o morte. Della legislatura, s’intende. Il governo Conte è a un punto di svolta: impantanato praticamente su tutto (Dl Semplificazioni, Dl Rilancio, Mes, infrastrutture, giustizia, legge elettorale), nell’esecutivo cresce l’esigenza di un cambio di passo nel rilancio dell’economia. Il Pd lo chiede a gran voce da almeno dieci giorni. Il segretario Nicola Zingaretti lo ha sottolineato in diverse interviste, ribadendolo allo stesso presidente del Consiglio nell’ultimo faccia a faccia: «Bisogna correre». Già, ma non è affatto facile. Partito democratico e MoVimento 5 Stelle sono in disaccordo su tutto, tensioni e incomprensioni sono all’ordine del giorno. Persino la certosina opera di cucitura e mediazione del capodelegazione Dem Dario Franceschini sembra aver perso efficacia: le cronache delle ultime settimane riferiscono di frequenti scontri dialettici tra il premier e il ministro della Cultura. Senza contare i mal di pancia di Matteo Renzi, che con l’indispensabilità numerica di Italia Viva - soprattutto al Senato - vuol far pesare le proprie idee nell’agenda di governo. Non è che poi le cose all’interno del Pd vadano granché bene. Dietro l’attività del governo si celano le solite grandi manovre, quelle che hanno sempre lavorato all’ombra del segretario di turno. In caso di congresso, la candidatura del governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini è molto più di un’ipotesi e le possibilità che al Nazareno si consumi l’ennesimo ribaltone non sono poi...

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