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Zaia oscura Salvini. Ecco il piano che stravolge il centrodestra

Silvio Berlusconi e Luca Zaia

Il presidente del Veneto: "Io premier? Ma no, vengo dalla campagna"

Alberto Di Majo
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I sondaggi continuano a descriverlo come l'amministratore più amato dagli italiani, vicino al consenso che ha il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Ma lui fa un passo indietro (almeno per ora). Il presidente del Veneto Luca Zaia evita le polemiche e alla parola "premier", evocata per il suo futuro, non ha dubbi: "Non sono minimamente interessato a un progetto nazionale - spiega in un'intervista a Repubblica - Io vengo dalla campagna". E' proprio il basso profilo tenuto dal governatore a preoccupare il centrodestra e, in particolare, il leader della Lega (in caduta libera nei sondaggi) Matteo Salvini. Entrambi ostentano una convivenza pacifica. Zaia precisa: con Salvini "ci sentiamo, non mi ha mai imposto nulla. L'ho sempre apprezzato". Gli assegna "un talento per la politica nazionale che io non ho. E' bravissimo con la gente nelle piazze". Da parte sua il leader leghista s'è detto orgoglioso che gli amministratori del suo partito siano stimati dagli elettori. Eppure il consenso per Zaia sposta inevitabilmente gli equilibri nella coalizione di centrodestra. Per due motivi: la leadership di Salvini ha avuto un duro colpo con l'emergenza Coronavirus, che ha ridato spazio alla compagine di governo (il premier Conte resta al primo posto dei consensi mentre Salvini ha perso almeno dieci punti, anche se sale Giorgia Meloni, tuttavia il centrodestra non ha più il 50% delle preferenze). Seconda ragione: la leadership moderata, nei toni e nelle scelte politiche, di Zaia è ritenuta da tanti big della coalizione un valore aggiunto. "Zaia potrebbe essere il premier giusto", dicono tanti big di Forza Italia. Del resto era stato proprio Silvio Berlusconi, tre anni fa, a lanciare il governatore del Veneto sulla scena politica nazionale e anche allora Zaia non si era lasciato incantare dalle sirene. Ora rivendica i successi della sua strategia per fronteggiare il virus, il tempismo e la capacità di aver preso le decisioni giuste, di non aver tentennato (come Salvini, anche se lui non lo nomina, che prima aveva chiesto di "riaprire tutto" e, dopo pochi giorni, di "chiudere tutto"). E' stata sua l'idea di puntare subito sui tamponi, dopo il primo caso a Vo'. "Un'ora dopo a Padova avevo davanti a me la task force" precisa Zaia, che dà merito alla sua "squadra" ma rivendica anche di aver preso tre decisioni contro "la volontà del tavolo": "tamponare tutti", chiudere l'ospedale di Schiavonia, dov'è morto il primo malato in Italia, e disporre le tende riscaldate fuori degli ospedali per il triage. "L'Oms disse che esageravo. Noi il virus siamo andati a cercarlo". Poi è arrivato il professor Crisanti, che ha contribuito alla guerra contro il Covid. Zaia fugge i confronti con gli altri governatori e, soprattutto, le polemiche. E sui sondaggi precisa: "Vanno visti in tempi di pace mentre questi sono tempi di guerra. Gli amministratori alle prese col Covid sono cresciuti tutti nel gradimento. Anche Conte". Salvini ne sarà geloso? "Ma no, dai. Io sono un amministratore, mi occupo della mia Regione", risponde Zaia a Repubblica. Una strategia vincente, quella del governatore del Veneto: evitare la rissa, concentrarsi sulle cose da fare, essere distante dalle logiche mediatiche o social e presentarsi come un politico che non ha paura di decidere né di scontentare qualcuno. Sono gli ingredienti di un successo che sembra destinato a crescere. E visto che i sondaggi segnano anche un rafforzamento di Forza Italia, per merito delle posizioni europeiste ribadite anche contro gli alleati sovranisti, la strada che potrebbe portare Zaia a Palazzo Chigi diventa in discesa. 

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