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Rissa fino a notte nel governo, ne esce un decretino: pochi soldi e aiuti per pochi

Premir Giuseppe Conte

Imprese nel caos per le tasse e norme folli sulle mascherine

Franco Bechis
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Spero ardentemente che nelle ore notturne in cui il consiglio dei ministri guidato da Giuseppe Conte ha continuato a discutere e forse ad accapigliarsi sulle norme sul contagio economico del coronavirus che la bozza di decreto che abbiamo in mano sia stata profondamente modificata. Lo spero perché a tardissima sera è filtrata l'ipotesi di portare il valore di quell'intervento da 12 a 20 miliardi di euro. Il testo che abbiamo letto però dimostra che nessuno di quelli che lo hanno scritto ha presente la gravità del momento. Ne dico una davanti a tutto: questa mattina tutte le imprese italiane e le partite Iva avrebbero dovuto versare le tasse all'erario italiano. Era stato annunciato un logico rinvio (che in sé non aiuta molto, ma almeno sposta di qualche tempo i versamenti), e questo rinvio è parzialissimo. Vale solo per le imprese al di sotto dei 2 milioni di fatturato e al di là del fatturato per qualche impresa davvero ko: quelle del turismo, dei trasporti, della ristorazione, dello sport, dell'organizzazione di fiere ed eventi, istruzione, cinema e teatri. E' esattamente questa scelta che dimostra come il governo non abbia coscienza di quel che sta accadendo in tutta Italia. Ha chiuso il paese ma fa finta che non sia così. Salvo pochissimi esercizi, oggi sono ferme quasi tutte le attività produttive, e da una settimana non vedono un centesimo in cassa. Purtroppo sarà così anche nelle prossime settimane. Dire che comunque sopra i 2 milioni di euro debbono comunque fare nei prossimi giorni i versamenti dovuti allo Stato significa svuotare le loro casse e rendere per loro difficile se non impossibile pagare gli stipendi a fine mese. Per altro non è un regalo rinviare le tasse, ma un atto dovuto da parte di chi ha fatto chiudere tutto. Ed è ridicolo sospendere i versamenti pensando di essere generosi alle imprese del turismo, della ristorazione, dei trasporti etc.etc. Quelle chiudono i battenti in questa condizione perché non tutte si chiamano Ferrari e possono permettersi questa infinita sosta. Hanno bisogno di essere aiutate oggi economicamente dal governo, altrimenti falliscono e poi dei milioni di disoccupati deve comunque occuparsi l'esecutivo. Volete farle fallire per non correre il rischio di dare una mano a qualcuno benestante? Sembra che stiano affrontando una influenza, non il più distruttivo virus mai visto. Ma nel testo del decreto ci sono altre castronerie evidenti, e quelle macroscopiche sono contenute negli articoli sulle mascherine, il 15 e il 16. Siccome il governo ha sottovalutato la portata di questa emergenza e non si è messo a produrre le mascherine che servivano fin dal primo giorno di febbraio, ora che non ce ne è più una in giro e nessuno dall'estero te la vende, autorizza le imprese italiane a produrle anche in deroga alle norme vigenti. Chi accetta di farlo deve autocertificare che sono buone sotto la propria responsabilità penale, inviare quel certificato all'Istituto superiore di sanità (Iss) che in breve deve dire se le mascherine sono buone o no. L'Iss verrebbe ingolfato da pratiche burocratiche in un momento in cui serve a ben altro, e pazienza. Ma se dicesse che no, non sono buone, l'imprenditore verrebbe fermato nella produzione e perseguito penalmente. Una norma che non serve a nulla: a queste condizioni nessuno le sfornerà mai. Lo faccia lo Stato, e si dia anche una bella mossa perché non c'è più tempo da perdere. Nel secondo articolo si fa anche peggio: si autorizzano tutti i lavoratori che non possono stare a oltre un metro di distanza l'uno dall'altro ad utilizzare mascherine chirurgiche (quelle azzurrine che si vedono sul volto di tanti medici e infermieri non impegnati direttamente sul coronavirus). Siccome il governo sa benissimo che anche quelle mascherine sono introvabili (e comunque dovrebbero essere acquistate dai lavoratori), allora al secondo comma arriva l'incredibile norma "Ponzio Pilato". La riporto esattamente come è: "gli individui presenti sull'intero territorio nazionale, sotto la propria responsabilità, sono autorizzati all'utilizzo di mascherine filtranti prive del marchio CE e prodotte in deroga alle vigenti norme sull'immissione in commercio". Cioé: comprate mascherine farlocche, se poi vi prendete il coronavirus non fate causa a noi che vi abbiamo autorizzato a farlo, perché la responsabilità è solo vostra. Ponzio Pilato, non uno Stato. E abbiamo capito tutto.

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