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Il grande bluff dei "responsabili": non sono più di 5. Conte è nel panico

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Il premier Giuseppe Conte

Il gruppo di Romani fatica a prendere quota. E se Renzi strappa il governo è in grave pericolo

Carlantonio Solimene
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Sos responsabili: tutti li cercano, nessuno li trova. Le grandi manovre ci sono in Senato, tutte orchestrate sotto l'attenta regia di Paolo Romani, ma appena si chiede «lei farà parte dei responsabili?» Il balzo all'indietro è repentino, seguito dal «no, no. Ho già smentito». Eppure il gruppo a palazzo Madama sta prendendo le misure, si sta organizzando, e rumors di palazzo lo vorrebbero pronto a chiedere una deroga alla Presidente Elisabetta Alberti Casellati per formare un gruppo che non rispetti i regolamenti di palazzo (per formare un gruppo autonomo servono 10 iscritti). Oltre ai nomi già noti alle cronache, sul resto vige la segretezza e soprattutto, nessuno conferma di farne parte. L'ex capogruppo di Fi, ormai nelle fila di "Cambiamo!" di Giovanni Toti - anche se figura ancora nel gruppo azzurro - smentisce: "né responsabili né puntellatori". Ma parla della volontà di costruire qualcosa che sia lontana da una Forza Italia "ormai assoggettata completamente alla Lega". Insomma non vuole stringere alcun "patto" con il governo Conte, ma a cui serve del tempo per rafforzarsi, crescere e ed essere presente come "movimento liberale e riformista". Quindi le elezioni anticipate - è la sintesi - non sarebbero un buon viatico a questo disegno. Il problema è che i cinque, quelli sicuri, non bastano per salvare il Conte 2 qualora Italia Viva (che da ieri è salita a 18 senatori) decidesse di passare all'opposizione e lasciare la maggioranza sotto la soglia minima di sicurezza: 161. I giallorossi di fatto con i voti di Pd, M5S, Leu e appunto Iv può contare, sulla carta, su 168 voti e senza i renziani scenderebbe a 146. Un numero che non consentirebbe al governo di sopravvivere in quelle votazioni - tipo il Def - su cui necessita la maggioranza assoluta di 161. Ecco allora che per raggiungere la soglia di sopravvivenza all'attivo servirebbero tra i 10 e i 15 voti certi, e la volatilità di alcuni senatori a vita o di qualche ex M5S, non assicurerebbe questa soglia. 

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