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Destra-sinistra, il viaggio folle di Renzi

Franco Bechis
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La condizione per venire a bordo dell'Abitacolo è stata una sola: «Guido io». Ecco le chiavi, Matteo Renzi. E speriamo di non andare a sbattere, eh? «Ma no, so guidare benissimo», garantisce il leader di Italia Viva. Che però non ha grande esperienza da automobilista a Roma. E già imbocca la strada sbagliata: «No, vada a destra!», gli grido. Lui ride: «Figurati se non mi diceva così il direttore de Il Tempo...Io invece giro a sinistra...». Ma poi cambia idea e cambia pure strada: «Vado di qui che voglio vedere piazza del Gesù e le Botteghe Oscure». Così è. Ci passiamo, e in un attimo con questo viaggio indietro nella storia siamo già a piazza Venezia, sotto il celebre balcone. Poi la Bocca della verità dove gli strappo qualche parola sincera sul premier Giuseppe Conte che non gli deve stare così simpatico, soprattutto quando si chiude in stanza con il portavoce Rocco Casalino e poi «fa trapelare». Renzi si ferma quasi inchioda in via del Plebiscito ridendo: «Un omaggio deferente al Cavaliere», perché sì, siamo sotto palazzo Grazioli residenza romana di Silvio Berlusconi. Gli fa simpatia il leader di Forza Italia. Un po' meno le sue truppe usate proprio da Conte come minaccia per rendere irrilevante per la maggioranza Italia Viva: «Volesse il cielo, venissero a votare prescrizione e reddito di cittadinanza», dice sarcastico Renzi. Il viaggio non finisce più, eccoci in direzione di piazza del Popolo. «Il popolo ha sempre ragione», sentenzia lui. Gli replico: «Sì, ma fate di tutto per non sentirlo. Avete paura che si esprima...». Renzi si fa serio: «Mica si può votare una volta all'anno. E poi il popolo cambia spesso idea. Guardi lei, oggi è per Matteo Salvini. Ieri era per Luigi Di Maio, nel 2014 era per Renzi. E nel 2009 sembrava fosse tutto per Berlusconi. Fra un po' di tempo cambierà di nuovo idea. La gente ormai fa zapping...». Lo fermo: «Ma ora giri a destra perché piazza del Popolo è lì...». Renzi, lei è stato l'unico a volere sedersi al posto di guida de L'Abitacolo. Non è che lì sotto il cappotto ha una puntina di tette? (Ride...) «Come Berlusconi? Sì, la ricordo anche io la splendida battuta del maestro Enzo Biagi: "Se Silvio Berlusconi avesse una puntina di tette, farebbe pure l'annunciatrice". Comunque io non guido mai. A casa sì, ma a Roma di fatto da quando presi l'incarico di governo ho dovuto smettere di guidare. Anche perché la capitale la conoscevo poco...». ... E non le è piaciuto conviverci? «Non dico questo, anzi. Roma l'ho sempre rispettata, al punto da dire "Non sarò mai capace di domare questa città. Perché questa città - le cene nei salotti, le principesse, i cardinali, gli attori e...Te magna. Allora siccome io sapevo di essere più debole di Roma, ho preso e sono rimasto chiuso in casa. Però questa titubanza a vivere Roma mi ha portato l'ostilità dei salotti...». Va bene, ma non la faccio divagare. Vado al sodo. Andiamo a questa estate, in cui lei è stato decisivo. «Io? Matteo Salvini. Che io ho preso molto sul serio sulla rivendicazione dei "pieni poteri"...». Ma no, che era una frase usata ai suoi tempi da Berlusconi che si lamentava degli alleati che gli bocciavano le sue riforme della giustizia e altre cose: "Se volete che governi fino in fondo dovete dare il 51% a Forza Italia". Ecco, i pieni poteri sono quelli. «Guardi, il problema secondo me era molto più serio. Dopo che lui ha detto "pieni poteri" sono subito usciti Claudio Borghi e Alberto Bagnai a rimettere in discussione l'euro. Allora il pensiero è stato: Salvini chiede i pieni poteri. Salvini vince le elezioni con la maggioranza per cambiare la Costituzione. Poi cambia la costituzione e inserisce il referendum. Allora fa il referendum sull'Italexit. I pieni poteri avrebbero portato all'uscita dall'euro. E così è scattato l'allarme». Mi sembra una esagerazione... «Può essere che qualcuno esageri in questa lettura. Ma non è campata in aria». E lei con questo timore ha chiamato Beppe Grillo per fare nascere quello che è stato definito il governo "Renzi-Grillo"? «Mai sentito Grillo. La sola volta che l'ho visto e anche sentito fu quando ero a palazzo Chigi e venne a fare il famoso confronto in streaming. Da allora più nulla. Magari ci vedremo in tribunale?»... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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