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Da Eni a Enel quelle 400 poltrone che fanno gola ai rossogialli

Filippo Caleri
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Gli sherpa e i lobbisti di lungo corso stanno già affilando i coltelli per la grande abbuffata delle nomine delle aziende dello Stato. A parte quelle più grandi, come Eni e Enel, un calcolo a spanne che circola tra gli addetti ai lavori quantifica in circa 400 le poltrone a disposizione per saziare la fame di posti del governo rosso giallo. Prima di scatenare l'inferno, però, i «giocatori» aspettano l'esito delle elezioni in Emilia Romagna. Sarà quello il test per capire i rapporti di forza all'interno della maggioranza e per calibrare su questi il sempiterno manuale Cencelli. La partita è dunque solo agli inizi. Ma qualche linea guida inizia a emergere. La prima è che i principali manager sono alla scadenza del secondo mandato, dunque la probabilità di un ricambio è molto alta. Ai dirigenti si concede in genere il rinnovo per consentire di valutare gli effetti dei loro piani industriali. Cosa che è puntualmente avvenuta nelle precedente tornata quando tutti, tranne Mauro Moretti in Finmeccanica, furono confermati. Questa volta, dunque, la battaglia per restare sulla poltrona sarà più ardua. Secondo le prime indiscrezioni una delle sedie per la quale la permanenza resta incerta è quella dell'ad di Eni, Claudio Descalzi. Per la stessa posizione si registra il potenziale interesse dell'ad di Enel, Francesco Starace, che ha ben fatto nella società elettrica... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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