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Gianluigi Paragone fa ricorso contro l'espulsione. In campo anche l'avvocato degli "epurati" M5s

Davide Di Santo
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Aveva detto che avrebbe reso difficile la vita a chi lo aveva cacciato. E sta rispettando la promessa. Lo scontro tra Gianluigi Paragone e il Movimento 5 Stelle prosegue a colpi di carte bollate. Il senatore, espulso a Capodanno dal M5S, ha presentato ricorso contro il provvedimento disciplinare che lo ha estromesso dal Movimento fondato da Beppe Grillo. Per approfondire leggi anche: La diaspora M5s non si ferma "Ho conferito il mandato al mio avvocato, Eugenio Piccolo. E Lorenzo Borrè (legale 'storico' degli espulsi pentastellati, ndr) ci darà una mano molto volentieri. Ho fatto il ricorso davanti al collegio dei garanti. Poi, se dovesse venire rifiutato, a quel punto impugnerò l'espulsione davanti al giudice ordinario chiedendo una procedura d'urgenza", ha detto l'ex conduttore de 'La Gabbia' che solleva la questione della formazione del collegio dei probiviri. "Mi si contesta di avere negato la fiducia al governo, non possono essere membri del governo a giudicarmi", dice Paragone che, dopo averlo sfidato su Il Tempo a indire un voto su Rousseau sulla questione, torna ad accusare Luigi Di Maio: "Non è in grado di reggere il confronto con me. Il casino lo ha combinato Di Maio, è lui che ha dato l'ordine di espellermi". 

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