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Caos Fioramonti, Italia Viva attacca. Ministro Dadone: "Chi ha coraggio non scappa"

Fioramonti e Conte

Il ministro dell'Istruzione Fioramonti si dimette. Spunta l'ipotesi Morra per la guida di Viale Trastevere

Dario Martini
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Le dimissioni di Lorenzo Fioramonti da ministro dell'Istruzione scatenano un piccolo terremoto nella maggioranza che sostiene il governo di Giuseppe Conte. Le critiche maggiori arrivano da Italia Viva, ma anche nel M5s non mancano gli attacchi al professore di economia politica che era stato scelto proprio dai 5 stelle. Per approfondire leggi anche: Letterina di Natale al premier, Fioramonti si è dimesso "Se veramente ci si vuole battere per avere più risorse per la scuola bisogna stare in Parlamento non all'estero, non a presentare un libro o a fare conferenze stampa", dicono polemicamente Gabriele Toccafondi e Daniela Sbrollini, capogruppo di Italia Viva in commissione Cultura alla Camera e al Senato, a proposito delle dimissioni di Fioramonti che se ne è andato polemicamente perché "dal governo serviva più coraggio". "In quattro mesi - ricordano i capogruppo di Italia Viva - questa maggioranza ha votato un decreto scuola, con 50mila assunzioni e risorse. Non è quanto volevano ma nella legge di Bilancio, di risorse per l'istruzione, ci sono. Tutto questo grazie ai parlamentari di maggioranza, perché di contributi del Miur ne abbiamo visti pochi e soprattutto non abbiamo mai visto il ministro. Alla luce di queste considerazioni - aggiungono - la dimissioni di Fioramonti, stupiscono: se veramente ci si vuole battere per avere più risorse bisogna essere presenti nelle sedi istituzionali in cui si decide e non all'estero o a presentare libri. Ora auspichiamo che chi arriva in Viale Trastevere, abbia a cuore la scuola, l'Università e la ricerca, e non la propria visibilità. Se così farà, potrà contare su tutta la nostra disponibilità a lavorare e trovare soluzioni, come è stato per decreto scuola che per la legge di Bilancio. Abbiamo sempre detto che la scuola e l'Università hanno bisogno di risorse ma anche di riforme che partano da concetti come: qualità, merito, valutazione, autonomia. A noi interessa parlare del futuro dei nostri percorsi di istruzione e quindi del futuro dei nostri ragazzi. Lasciamo ad altri parlare del proprio futuro", concludono. Sarcastico, invece,  il leader dei Moderati Giacomo Portas, indipendente di Italia Viva: "La vicenda Fioramonti dice che questo governo perde i ministri come le foglie d'autunno di un albero. La sua credibilità è ridotta a zero, e ogni giorno sono sempre più convinto di aver fatto bene a non votare la fiducia". Polemica anche la ministra della Pubblica amministrazione, la grillina Fabiana Dadone: "Cos'è il coraggio in politica? Forse sbaglierò e chiedo scusa, ma questo è un umile pensiero fuori da strategie e ipocrisie - scrive su Facebook - Me lo sono chiesta molto in questi mesi; soprattutto da agosto in avanti il tema del coraggio è diventato centrale per me in politica. Trovo stucchevole che chi professi coraggio agli elettori poi scappi dalle responsabilità politiche. Se hai coraggio, non scappi. Se condividi davvero una battaglia, non scappi, ma mangi sale quando devi e porti avanti un progetto (ammesso che lo si abbia mai realmente condiviso). Dividere l'opinione pubblica scappando dalle responsabilità con scuse variopinte premia nell'immediato - aggiunge pur non citando mai l'ex collega - La stampa ha bisogno di gossip, ma le persone hanno bisogno di gente che sappia governare. Governare è difficile, perché riduce al nulla gli slogan o le promesse senza criterio. Governare non è per tutti, perché bisogna parlare poco e lavorare molto. Governare spesso non è trendy, non è pop e non è social". Intanto, circolano sempre più insistenti le indiscrezioni secondo cui a sostituire Fioramonti potrebbe essere il grillino Nicola Morra, presidente della commissione Antimafia. Non è la prima volta che il nome del senatore pentastellato, ex professore di filosofia, viene dato in corsa per lo scranno più alto del ministero dell'Istruzione: il nome di Morra era nella rosa dei nomi possibili quando fu formato il governo giallorosso, poi la nomina ricadde su Fioramonti.

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