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Nella manovra c'è di tutto. Soldi a migranti e comunisti

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Dario Martini
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Nella manovra approvata dal Senato c'è da davvero di tutto. Anche ciò che all'apparenza non ha nulla a che vedere con una legge di bilancio. Una pioggia di soldi che si dirama in una moltitudine di rivoli nascosta nei centinaia di commi che costituiscono il maxi-emendamento imposto dal governo. Fondi che servono per finanziare il restauro di ville storiche, musei di provincia, centri studi, fondazioni, manifestazioni e festival musicali. Ma anche contributi destinati ad incoraggiare l'utilizzo dell'aereo per recarsi in Sicilia. O le consuete elargizioni alle associazioni combattentistiche (200mila euro per ogni anno del biennio 2020-2021). Il criterio con cui sono stati selezionati i fortunati beneficiari di queste somme resta oscuro. E non mancano le sorprese. Saltano all'occhio, ad esempio, i 300mila euro destinati all'Inmp, ossia all'Istituto nazionale per la promozione della salute dei migranti. O le risorse che saranno stanziate per celebrare i cento anni del Partito comunista italiano. La manovra, così come previsto dalla Costituzione, dovrebbe assicurare l'equilibrio tra le entrate e le spese delle amministrazioni pubbliche. Col tempo, però, è diventata il pretesto per assorbire un po' di tutto, grazie agli emendamenti proposti dai partiti in cerca di consenso... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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