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Umberto Bossi, Mattarella gli concede la grazia. Chiamò "terrone" Napolitano

Davide Di Santo
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Tutto è perdonato: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha concesso la grazia al fondatore della Lega Umberto Bossi. Il senatur era stato condannato a un anno e 15 giorni per vilipendio dopo aver chiamato "terrone" il presidente emerito Giorgio Napolitano.  "Sono molto contento - ha commentato Bossi, appresa la decisione del capo dello Stato - ringrazio sia il presidente della Repubblica Mattarella, che il presidente Napolitano". Il presidente emerito, infatti, ha dichiarato di non avere nei confronti del leghista "alcun motivo di risentimento". "L'atto di clemenza individuale ha riguardato la pena detentiva ancora da espiare (un anno di reclusione) inflitta per il delitto di offesa all'onore e al prestigio del Presidente della Repubblica (c.d. vilipendio: art. 278 c.p.), in riferimento a fatti commessi nel 2011. A seguito del provvedimento della Magistratura di sorveglianza Bossi è stato affidato in prova al servizio sociale", si legge in una nota del Quirinale che ufficializza: "Nel valutare la domanda di grazia, in ordine alla quale il Ministro della Giustizia a conclusione della prevista istruttoria ha formulato un avviso non ostativo, il Presidente della Repubblica - si legge - ha tenuto conto del parere favorevole espresso dal Procuratore generale, delle condizioni di salute del condannato".

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