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Italia Viva di lotta e di governo: raccoglie le firme contro se stessa

Petizione dei renziani: via la tassa sulle auto aziendali. E la ministra Bellanova avverte Zingaretti: basta penultimatum

Davide Di Santo
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"Se ora Gualtieri apre al confronto in Parlamento forse anche a lui qualcosa non torna". La ministra per le Politiche agricole Teresa Bellanova risponde così, in un'intervista a La Stampa, al quotidiano che le fa osservare che il ministro Gualtieri è arrabbiato perché vede una maggioranza "che fa propaganda contro la propria legge di bilancio" nel giorno in cui la manovra approda in Parlamento per quella che si preannuncia più una sfida che un confronto. A Zingaretti, che chiede più gioco di squadra altrimenti è inutile andare avanti, la ministra risponde: "Ecco, questi sono gli ultimatum che poi diventano penultimatum... tolgono credibilità alla politica". Per aggiungere: "Una coalizione ha il dovere di confrontarsi. Se anche il ministro dell'Economia dice che ci si può confrontare, è evidente che il Parlamento deve poter discutere".  Sul fronte tasse fa discutere la raccolta di firme di Italia Viva contro le mancate agevolazioni sulle vetture azioendali che "colpirebbe indiscriminatamente quasi 2 milioni di persone che usano l'auto per lavorare". "Le auto aziendali ad uso promiscuo - ricorda il post - sono quelle che tanti lavoratori usano ogni giorno per svolgere le loro attività lavorative e, solo in piccola parte, nel tempo libero. Oggi, per calcolare le imposte sui redditi di questi lavoratori si tiene conto di quelle auto in misura pari al 30% del valore convenzionale del noleggio, ma con una norma contenuta nella proposta di legge di bilancio la percentuale arriverebbe fino al 60% con emissioni di biossido di carbonio fino a 160 grammi per chilometro e al 100% in caso di emissioni superiori", si legge nella petizione in cui i renziani sostengono che "in Parlamento questo aumento vada cancellato perché non fa bene a nessuno: lavoratori, imprese, ambiente e crescita economica". L'opposizione non tarda a cogliere il paradosso. "Fa sorridere la singolare strategia di Matteo Renzi. L'ex premier ha fatto nascere il governo più a sinistra della storia, poco dopo si è fatto il suo partitino personale e adesso fa opposizione interna al Conte Bis, facendo credere che il suo sia un movimento contro le tasse e a favore del ceto medio. Renzi, molto semplicemente, non è credibile: e infatti non risultano voti contrari in Consiglio dei ministri né sul decreto fiscale né sulla legge di bilancio", attacca  afferma Maria Stella Gelmini, capogruppo di Fi alla Camera. "L'ultima trovata poi rappresenta una vetta di sfacciataggine: una petizione contro la nuova tassa sulle auto aziendali. Beh, qualcuno dica a Renzi che il suo partito - Italia Viva - è in maggioranza, e che quella norma, se vuole, la può cambiare in Parlamento. Non servono petizioni ma coerenza".

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