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Salta l'inciucio? Dibba tende la mano alla Lega

L'ipotesi è Di Maio a Palazzo Chigi. Grillo contro Renzi: "Ha rotto"

Pietro De Leo
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Il convoglio sulla Transiberiana Pd-5 Stelle si muove. Ieri, al termine dell'incontro tra delegazioni delle rispettive formazioni, il capogruppo pentastellato Francesco D'Uva ha escluso il confronto con altri partiti. Ciò significa che il forno con la Lega si va chiudendo ed è, questa, la prova di sostanza attesa dai Dem. Per quanto, ieri, i segnali di fumo tra le due forze del cambiamento, oramai divorziande, non sono mancate. A partire da uno dei nomi di peso del Movimento, Alessandro Di Battista, che in un post di Facebook aveva sottolineato il “potere contrattuale immenso” del Movimento. “Tutti ci cercano”, aveva aggiunto, andando poi nello specifico qualche riga dopo: “ho visto nuove aperture della Lega al Movimento e mi sembra una buona cosa. Soprattutto perché non mi dispiacerebbe un Presidente del consiglio del Movimento 5 Stelle”. Il riferimento è all'offerta che da via Bellerio sarebbe stata recapita in area gialla di un accordo che contemplasse Di Maio presidente del consiglio con Salvini vice unico. E una velina da “fonti parlamentari” pentastellate, ieri, sottolineava il corteggiamento “con grande insistenza” della Lega, per quanto viene riferita a una compagine residuale la volontà di quelli che non gradiscono l'accordo con il Pd. E proprio sulle parole di Di Battista si era pronunciato anche Luigi Di Maio. Pur definendo “legittimo” quanto espresso da Di Battista, il capo politico del Movimento aveva riaffermato la legittimità del “tavolo di confronto con il Partito Democratico”. Ovviamente, durante la giornata non erano mancati i segnali provenienti dalla Lega. Giancarlo Giorgetti, vicesegretario della Lega e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio uscente, per esempio, parlando al meeting di Rimini aveva sottolineato come “tutti o quasi i 10 punti presentati da Luigi Di Maio” fossero “parte integrante del governo Movimento 5 Stelle-Lega”. Gianmarco Centinaio, che nel governo dimissionario è ministro dell'Agricoltura, all'ora di pranzo aveva osservato:  "Secondo me c'è ancora possibilita' di recuperare il rapporto coi 5 Stelle perché, oltre a Di Maio, ci sono una serie di esponenti del Movimento che si ricordano bene del lavoro positivo che è stato fatto. E' difficile perché la via è molto stretta, peroò se ci sono i tempi e c'è la volontà di sedersi attorno a un tavolo non ci sono problemi". Tutte prese di posizione che non erano passate inosservate neanche nel campo del centrodestra, con la Capogruppo di Forza Italia Mariastella Gelmini ad osservare che “l'alleanza della Lega con il Movimento 5 Stelle era sbagliata sin dall'inizio, per una diversità di valori che era impossibile superare e così si è rivelata dopo l'esperienza di governo”. La capogruppo ha ribadito la linea degli azzurri, ossia o la maggioranza di centrodestra da ricercare in Parlamento oppure il voto. Per il resto, il filo Lega-5 Stelle rimane un dato di cronaca, ma a livello politico l'evoluzione del confronto nel pomeriggio e la programmazione, in casa Pd, di tavoli per elaborare il programma su cui trovare una sintesi con il Movimento confina il tutto (molto) sullo sfondo.  

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