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Salvini smentisce la Chiesa: "Meno sbarchi, meno morti"

Matteo Salvini

Lo scontro fra il presidente della Cei, monsignor Bassetti e il vicepremier sulle politiche migratorie del Governo

Silvia Sfregola
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"I migranti vanno soccorsi e salvati, non rimandati o bloccati in Paesi terzi non sicuri". Le parole di monsignor Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, sono decise e affilate: una critica, per nulla velata, alle politiche migratorie del Governo. Bassetti si domanda chi, alla fine, si assumerà la responsabilità di chi perde la vita nel Mediterraneo e della mancata integrazione. Certo, sono diminuiti gli sbarchi, ma aumentano i morti in mare, "in modo esponenziale". Non solo. I problemi si presentano anche dopo gli sbarchi. I migranti "non basta accoglierli e dar loro un pezzo di pane: la persona va integrata", sottolinea il presidente della Cei, che ricorda la parabola del buon samaritano. Questi, di fronte all'uomo tramortito dai briganti, si è fermato, gli ha dato un primo soccorso, lo ha caricato sulla sua cavalcatura, gli ha pagato l'albergo promettendo di tornare per saldare il resto dovuto. Quasi immediata la replica del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che risponde al cardinale a muso duro, negando l'aumento di decessi: “Sono diminuiti gli sbarchi, sono diminuiti i morti - dice - Spero che nessuno abbia nostalgia dei 600mila sbarchi degli ultimi anni, dei miliardi sprecati, dei troppi reati, delle migliaia di morti del passato". Il ministro dell'Interno sottolinea che "oggi in Italia si arriva col permesso, i porti sono chiusi per scafisti e delinquenti”. La parabola evangelica, però, secondo il rappresentante dei vescovi italiani, non viene seguita dall'esecutivo giallo-verde, su cui Bassetti non ha alcun dubbio: "Mi fa paura la rigidità che vedo in alcune soluzioni di oggi". Ma "come prete e come vescovo mi fa ancora paura la parola di Dio", che chiede di accogliere e proteggere i più deboli. È più conciliante il segretario generale, monsignor Stefano Russo, che definisce il rapporto con il governo come "un dialogo attivo, attento e propositivo", che "si può sempre migliorare". Da Bassetti, invece, l'attacco è frontale sul decreto Salvini, definito "insufficiente e da rivedere". Finché ciò non accadrà, "dobbiamo sopperire noi". Quindi "come Chiesa, abbiamo un compito ancora più grande". Bassetti, in linea con il centro Astalli che ha presentato il suo rapporto annuale, prende atto che la chiusura dei porti ha ridotto gli arrivi. Non sono diminuiti, però i morti in mare: "nel 2017 erano 26 ogni mille, l'anno scorso si è saliti a 35 ogni mille, e quest'anno si potrebbe arrivare a 100 ogni mille". È un fatto che episodi come la protesta per lo spostamento di una cinquantina di persone in un centro d'accoglienza a Roma, a Torre Maura, mostra che il livello di sopportazione delle periferie è arrivato praticamente al limite. Russo, segretario generale Cei, sottolinea che "bisogna evitare la guerra tra poveri". Bassetti, invece, si augura che si tratti di una protesta locale, non un termometro della situazione nazionale. Quindi, rispondendo sull'episodio del pane calpestato, dice: "Anche quando abbiamo visto versare il latte, in Sardegna, dei vescovi si erano raccomandati di darlo ai poveri, alle persone bisognose. Esistono dunque episodi come questi, ma ne esistono anche altri che sono invece bellissimi".

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