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Nelle carte si parla anche di 30 mila al sindaco Marino

Il ras delle coop spiega: erano per ottenere un occhio di riguardo LEGGI ANCHE La Belviso e l'ex Prefetto

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Il finanziamento da 30mila euro al sindaco di Roma, Ignazio Marino, aveva lo scopo di «ottenere un occhio di riguardo» negli affari delle coop riconducibili a Mafia Capitale. Gli interrogatori di Salvatore Buzzi continuano a chiarire i contorni della penetrazione criminale negli assetti politico-amministrativi capitolini. Un dato, però, sembra assodato. Buzzi starebbe tentando di sminuire la sua posizione di «corruttore». Entrando nel merito del finanziamento a Marino, Buzzi spiega: «A cosa servivano i 30mila euro della cena elettorale? Quando si crea il problema delle cooperative sociale, che non avevano le proroghe, non avevano le gare, rappresentiamo la cosa al sindaco e facciamo addirittura un'iniziativa gratis, gli puliamo le sponde del Tevere. È documentato». Il tutto, per «avere un occhio di riguardo da Marino riguardo alla cooperazione sociale». I «30mila euro», dunque, sarebbero stati, per Buzzi, «una fiches in più da giocarmi». Mantenere «buoni rapporti con il sindaco di Roma, quando uno ti finanzia la campagna elettorale, se tu un domani hai un problema e chiami la segreteria del sindaco, chiamo come Buzzi, probabilmente riesco ad avere un appuntamento, solo questo, per rappresentargli le problematiche che possono sorgere nell'ambito dell'amministrazione. Quindi per questi motivi abbiamo finanziato Veltroni, per questi motivi abbiamo finanziato Alemanno e per questi motivi abbiamo finanziato Marino. Questo è, non è che... il sindaco di Roma è talmente ad un livello alto che a me... non riesco ad arrivarci ad un livello...». Stando agli atti d'indagine, infatti, pare che un buon rapporto tra Marino e Buzzi ci sia realmente stato. La vicenda riguarda l'investimento da 10milioni di euro che voleva fare a Roma il gruppo Francese Leroy Merlin. Un contributo «sul sociale», dopo che l'azienda aveva ottenuto le concessioni per un centro commerciale. Un'occasione troppo ghiotta per Salvatore Buzzi. Attraverso Lionello Cosentino, ex segretario regionale del Partito democratico del Lazio, presenta un progetto per l'ampliamento del campo rom di La Barbuta, che finisce sulla scrivania del sindaco Marino: «Gli è piaciuta molto… moltissimo, proprio tanto, tanto», precisa nelle intercettazioni Silvia Decina, capo segreteria del primo cittadino. L'interrogatorio di Buzzi, però, riguarda anche altri esponenti dell'attuale Giunta comunale. In particolare, chiarisce i contorni di presunti finanziamenti alla campagna elettorale del 2006 di Maurizio Pucci, attuale assessore ai Lavori pubblici. Il politico ha già smentito quanto riferito dall'imprenditore, affermando che «nel 2006 non ho partecipato in alcun modo a nessuna campagna elettorale. È del tutto falsa l'affermazione del signor Buzzi. Ho dato pertanto mandato al mio legale di sporgere querela per calunnia nei suoi confronti». Tuttavia lo stesso Buzzi ha insistito con i pm, affermando che «Pucci ci chiama a me a Guaranì e ci chiese… ci impose praticamente di sostenergli la campagna elettorale con finanziamenti». Aggiunge che il politico avrebbe detto: «Ti faccio lavorà e mi devi sostenè in Consiglio comunale la mia campagna elettorale». Infine, Buzzi parla anche di richieste di assunzioni che sarebbero giunte da Dario Nanni, esponente del Partito democratico della commissione Lavori pubblici. «Poi c'avevamo Dario Nanni – dice – che ci chiedeva assunzioni… non gliene abbiamo date, però ce lo stavamo tenendo buono».

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