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Tremila immigrati alle coop indagate

Il 28 aprile aggiudicato dalla Prefettura un bando per l'accoglienza LEGGI ANCHE Buzzi: "Mi merito l'Oscar per le gare" - INTERCETTAZIONI1 "Sono tutti corrotti" 2

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Gli arrestati per turbativa d'asta continuano a primeggiare nei bandi pubblici, compreso l'ultimo della Prefettura di Roma - pubblicato il 20 febbraio e aggiudicato il 28 aprile scorso - riferito all'accoglienza di 3.185 immigrati, da distribuire tra la Capitale e la provincia nel periodo compreso tra maggio e dicembre, ad un costo complessivo di 27 milioni 300mila euro. Tra i partecipanti, infatti, stando agli esiti della graduatoria ufficializzata da Palazzo Valentini, la quota di arrivi più importanti sarà gestita dal raggruppamento temporaneo d'impresa formato da «Tre Fontane» e «Senis Hospes», che ha vinto 4 lotti sul totale dei 7 che componevano la gara: 1.516 persone, per lo più concentrate tra X, XI e XII Municipio e Fiumicino. Tre Fontane, ricordiamo, è partecipata al 33,3% dal consorzio di cooperative Casa della Solidarietà, che con la prima condivide anche la sede sociale in via Antolisei 25. Il nome della Casa della Solidarietà, riferibile al gruppo La Cascina, era già comparso in «Mafia Capitale - parte prima - e nell'inchiesta "Sistema" della procura di Firenze sui grandi appalti. A costituire il consorzio è stato nell'ottobre 2004 Sandro Coltellacci, stretto collaboratore di Salvatore Buzzi, finito ai domiciliari lo scorso 2 dicembre con l'accusa di corruzione aggravata. Zuccolo, invece, ai domiciliari da giovedì scorso, era presidente del Cda di Casa della Solidarietà fino allo scorso 20 gennaio, vice presidente della cooperativa Domus Caritatis fino al 10 febbraio ed ex responsabile dell'Arciconfraternita del Santissimo Sacramento e del Trifone, definita il «braccio operativo del Vicariato». Insieme a Zuccolo, sono stati arrestati anche Francesco Ferrara, vice presidente del Cda «La Cascina» e Salvatore Menolascina, ad di «La Cascina Global Service srl», definito il «capo assoluto» del gruppo. Nell'attività investigativa dei Ros emerge un accordo esplicito tra Coop rosse e bianche per spartirsi gli appalti sul sociale. Il 14 maggio 2013 tutto è pronto per l'accoglienza degli immigrati. Buzzi chiama Zuccolo: «Arrivano altri 140 m'hanno detto» e lui precisa: «Va be', a Salvato', noi l'accordo... l'accordo è quello al 50%, dividiamo da buoni fratelli, ok?», guadagnando una conferma da Buzzi. Mesi dopo, il 17 luglio 2014 Buzzi telefona di nuovo a Zuccolo per «accordarsi per evitare la partecipazione degli altri concorrenti alla procedura negoziata per l'accoglienza di 580 persone da settembre a dicembre 2014, proponendogli in cambio la spartizione di un futuro appalto a Civitavecchia per la gestione di un centro Sprar (sistema di protezione richiedenti asilo, ndr)». Buzzi non si fida però e chiede a Ferrara di vigilare su Zuccolo, temendo che, contrariamente agli accordi presi, aderisse all'invito del dipartimento alle Politiche sociali: «...oh, mi raccomando, dì a Tiziano di sta fermo, perché sai Tiziano sente l'odore del sangue è come uno squalo». E poi c'è l'inchiesta fiorentina sul sistema di corruzione diffuso nella spartizione dei grandi appalti. Francesco Cavallo, uno dei 4 arrestati insieme ad Ercole Incalza, definito nelle intercettazioni «l'uomo di Lupi», «per il tramite della ditta Equo Communication – si legge nell'ordinanza del gip fiorentino - riceve molto denaro, con emissione di fatture facenti riferimento a prestazioni professionali, da Salvatore Menolascina (tramite il consorzio Casa della Solidarietà). Il cerchio si chiude con quello che Luca Odevaine, ex comandante della polizia provinciale di Roma, nel descrivere i suoi rapporti con il gruppo La Cascina, spiega in una conversazione intercettata il 21 marzo 2014 dai pm romani: «Comunione e Liberazione appoggia Alfano (...) sono i principali finanziatori di tutta questa roba (...) e ci sta dentro Lupi».

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