Il gelato di Madia è scorretto. Il calippo della Pascale no
di Massimiliano Lenzi
Questa è la storia di un gelato e della favola del gossip politicamente corretto. È bastato che ieri il settimanale Chi, diretto da Alfonso Signorini, pubblicasse le foto del Ministro Marianna Madia, seduta in macchina, con il marito accanto, e intenta a mangiarsi un cono, con il titolo sotto «Ci sa fare col gelato», per scatenare il finimondo. L'Ordine dei giornalisti che apre un provvedimento disciplinare nei confronti di Signorini, una valanga di tweet e di post su Facebook critici della scelta del settimanale, la parlamentare Laura Puppato del Pd che esprime solidarietà alla Marianna e poi le donne offese e via di seguito. Sin qui la cronaca, con un'assenza però, che riguarda il vero tema: il genere del gossip, che da tanti anni in questo Paese si occupa di potenti e personaggi famosi, a cominciare da Silvio Berlusconi, non può essere politicamente corretto. Esistono le regole del giornalismo e quelle non sono di gusto ma di sostanza. E poi esistono i generi. Non si può fare nera senza parlare dei cadaveri, cronaca dal Palazzo senza parlare di politica e gossip senza essere un po' invadenti. Il direttore Signorini ha replicato a chi lo criticava, via Twitter, scrivendo nei 140 caratteri: «Calippo si e gelato no?», con l'hashtag #duepesiduemisure. Il riferimento ovviamente andava alle foto di Francesca Pascale, apparse nel febbraio 2013. D'accordo, ma il vero punto, ignorato ieri dalle anime belle, è un altro. Se si vuole bandire il gossip lo si faccia, ma non con l'ipocrisia di chiederlo politicamente corretto. Anche perché sarebbe una richiesta davvero in contrasto con i tempi, che vedono milioni di persone impegnate ad autogossiparsi via social ogni giorno, postando foto di se stesse in tutte le pose e spesso senza essere personaggi pubblici. Se la macchina, la velocità, la tecnica, hanno segnato il Novecento, il XXI secolo è nel gossip, un continuo selfie con se stessi.
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