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Emilio Fede: «Che tragedia. Ma Berlusconi non è finito»

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«Nessuno si illuda, il Cavaliere sta già preparando la riscossa Dovrà accudire gli anziani? Lo riavvicinerebbe alla figura di mamma Rosa»

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«Se c'è qualcuno che si illude che questa storia rappresenti la fine di Berlusconi, rimarrà deluso. Lui sta già lavorando al riscatto». Emilio Fede è l'amico di una vita dell'ex premier. Vicini da oltre trent'anni, stanno condividendo anche l'odissea giudiziaria del caso Ruby. Nel giorno in cui il leader di Forza Italia vede avvicinarsi lo spettro dei servizi domiciliari, l'ex direttore del Tg4 raffredda gli entusiasmi di chi spera che l'estromissione di Berlusconi dalla vita politica sottintenda il declino del suo partito. Direttore Fede, cosa direbbe in questo momento all'amico Silvio Berlusconi? «Innanzitutto non lo chiamerei Silvio. Non l'ho mai fatto, in passato ho addirittura rinunciato a un contratto con Mondadori che voleva intitolare il mio libro "Io e Silvio". Comunque gli scriverei un messaggio. Per dirgli semplicemente: "Dai, Presidente, ce la farai anche stavolta"». Crede davvero che ce la farà? «In generale sarebbe stato meglio se un epilogo del genere non si fosse mai concretizzato. Ma alla fine, tra le varie possibilità, credo che quella dei servizi sociali sia la migliore. Soprattutto se dovesse lavorare con gli anziani. Se penso a quanto era legato a sua madre, a come è cambiata la sua vita dalla scomparsa di "mamma Rosa", credo che poter accudire gli anziani sarebbe per lui un modo per riavvicinarsi a quella figura. Lo farebbe con devozione e con grande entusiasmo». Non crede a un Berlusconi ferito dall'onta e in balia della depressione? «Di certo questo è un momento di tristezza e malinconia. Voglio sperare che, nonostante questa tragedia umana che l'ha colpito, la morbosità dei media sappia mantenersi rispettosa di un uomo che, al di là di tutto, ha cambiato l'Italia, ha impedito che il comunismo prendesse il potere. Ma si illude chi crede di vedere un Berlusconi sconfitto». Perché? «Affronterà la sfida con forza. È lontanissimo dal rassegnarsi, dall'arrendersi. Si sente ancora in guerra, perché crede in quello che fa. Continua a lavorare giorno e notte per preparare la campagna elettorale. Non quella per le Europee, ma per le Politiche, perché sono sicuro che si andrà al voto anticipato al massimo tra settembre e ottobre». In realtà le cronache descrivono un partito, Forza Italia, che con il leader dimezzato rischia di eclissarsi. «Queste sono le voci che mette in giro chi si augura un epilogo del genere. C'è tensione, è vero, e manca ancora la figura di un successore. Ma io credo che questa vicenda possa compattare ulteriormente il partito. E magari anche favorire una riconciliazione con Alfano. La solidarietà espressa dal ministro dell'Interno è significativa. Sperando che i "falsi amici" di Berlusconi non alimentino ulteriormente la tensione». A chi si riferisce? «Il mondo attorno a lui è cambiato. Magari, chissà, è anche migliorato. Ma a volte certi attacchi nei confronti di Alfano sono stati esagerati. Per polemizzare bisogna anche saperlo fare. Io sono stato sempre un maestro in questo. Schierato sì, ma mai scorretto con nessuno». Non si fida del cerchio magico? «Il cerchio magico è un'invenzione giornalistica. Conosco personalmente Francesca Pascale e Maria Rosaria Rossi, così come Fedele Confalonieri. Tutta gente che vuole molto bene a Berlusconi». E poi c'è Toti. «Giovanni Toti è stato mio "vicino di banco" al Tg4. Ora è consigliere politico. Io sono stato per 25 anni vicino a Berlusconi, disinteressatamente, ma non gli ho mai dato consigli, non lo saprei fare». Magari adesso vi parlate un po' di meno... «Ma io continuo a sentirlo, a mandargli messaggi quasi ogni giorno. Sono convinto che, di notte, ogni tanto resti sveglio e ripensi al film della sua vita. E non veda ancora comparire la scritta "Fine". Ecco, sono sicuro che non vivrò abbastanza per vedere la fine di Berlusconi. Semmai vi assisterò dal Paradiso».

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