Toti-nomine, parte la corsa per Studio Aperto e Tg4
Cambi di poltrone ai telegiornali di Mediaset e anche Panorama è a rischio
Il vero segreto per fare carriera nelle reti Mediaset è avere un buon rapporto con il Cav e con Fedele Confalonieri. Quando c'è quest'«incrocio magico» tutto può accadere... anche che uno stagista entrato come «ultima ruota del carro» diventi due volte direttore e poi «voli» in politica. È la storia di Giovanni Toti che proprio l'altro giorno passeggiava tra Montecitorio e piazza Colonna in compagnia di Confalonieri, in attesa dell'ufficializzazione della sua nomina a coordinatore nazionale di Forza Italia e delfino di Silvio Berlusconi. Mentre tutti guardano a Forza Italia, inanellando l'immancabile serie di domande: come si organizzerà? Quali i rapporti con i club? Ma soprattutto: quanto spunterà alle prossime elezioni? Ecco, in attesa di dare risposta a queste domande, qualcuno scorda il non secondario particolare che Giovanni Toti lascia due succulente poltrone: quella di direttore di Studio Aperto, il tiggì di Italia 1, che ha occupato nel 2010, succedendo a Mario Giordano e quella del Tg4, testata news di Rete4, dove è arrivato dopo la burrascosa uscita di scena di Emilio Fede nel 2012. Poltrone ambitissime e che, probabilmente, torneranno a sdoppiarsi: per le due testate che oggi si «sovrappongono», con un unico vertice, l'azienda pensa di tornare a nominare due direttori distinti. Volendo cercare di «azzeccare» i nomi bisogna tenere conto, dopo la prima regola (per fare carriera bisogna avere un buon rapporto con il Cav e con Confalonieri), della seconda regola: per le direzioni sono sempre favoriti gli «interni», cioè figure che hanno già una lunga storia aziendale. Per il Tg4 il nome che ricorre con maggiore frequenza è quello di Paolo Del Debbio, che di punti a suo favore ne ha veramente molti: toscano (di Lucca, e quando parla il Dolce Stil Novo si sente), classe 1958, il giornalista e conduttore televisivo italiano ha una solida esperienza politica, essendo stato tra i promotori, nel '94, di Forza Italia ed avendo ricoperto, successivamente, la carica di assessore per le Periferie al Comune di Milano. La poltrona di Studio Aperto, invece, potrebbe piacere a Claudio Brachino, ex conduttore di Mattino 5, di Top Secret, di Domenica 5, attuale direttore di Sport Mediaset. Due incarichi, due nomi: sembrerebbe tutto sistemato, ma naturalmente non è così: se la seconda regola recita che si scelgono gli «interni» per Studio Aperto, non si può non tener conto della stima che tutti nutrono per Anna Broggiato, attuale vicedirettore della testata, e l'incarico di un vice, quando il capo ha due tg per la testa, è particolarmente difficile, delicato e importante. E lei, veronese, laureata in lettere, una di quelle che i colleghi la trovano quando arrivano e sta ancora lì quando se ne vanno, ha tutti i numeri per mettersi al volante del telegiornale giovane della Trimurti Mediaset. Ma bisogna considerare la legge numero tre: «c'è sempre un imprevisto», che potrebbe chiamarsi Giorgio Mulé, ex cronista del Giornale di Sicilia, ex capo cronista de il Giornale, ex direttore di Studio Aperto e attuale direttore di Panorama che, non è un mistero, da un po' si sta guardando intorno. In molti ritengano che il suo desiderio segreto (ma via, neanche troppo) sarebbe la direzione del primo telegiornale Mediaset e che da Panorama si sposterebbe solo per puntare al Circo Massimo (la sede del Tg5 è nella Capitale, proprio da quelle parti). Non sembrerebbe però d'accordo Clemente Mimun, direttore del Tg5 che, con i suoi ascolti, appare inattaccabile, a meno che sia lui a cercare un'altra strada. Ma, al momento Roma sembra piacergli parecchio, così ha anche l'occasione per andarsi a vedere la Lazio. Considerato questo Mulé potrebbe «accontentarsi» di un altro tiggì e così rimarrebbe libera la direzione di Panorama... ma questa è un'altra storia.
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