L'ex maggiordomo di Silvio apre un ristorante
«Ho realizzato un sogno che avevo nel cassetto. Il presidente Berlusconi mi ha aiutato in questa avventura...». Per quasi 25 anni maggiordomo di Silvio Berlusconi a palazzo Grazioli, oggi Alfredo...
«Ho realizzato un sogno che avevo nel cassetto. Il presidente Berlusconi mi ha aiutato in questa avventura...». Per quasi 25 anni maggiordomo di Silvio Berlusconi a palazzo Grazioli, oggi Alfredo Pezzotti ha aperto un ristorante nel centro storico di Roma, in via Metastasio, a pochi metri dai palazzi del potere. Si chiama «Il palato di Alfredo» e sul biglietto da visita c'è una caricatura del proprietario in «divisa da lavoro» con il classico pinguino a due code e tovagliolo sul braccio. Ancora non c'è stata l'inaugurazione ufficiale, perché aspetta l'arrivo del Cavaliere: «Senza di lui non ci sarà nessun taglio del nastro, gli devo tanto. È sempre molto impegnato, ma mi ha promesso che appena si libererà sarà mio ospite». Pezzotti non vede l'ora di fargli provare la sua specialità, gli «ammogliati di Alfredo»: una pasta e fagioli casareccia con maltagliati integrali fatti in casa e cannellini di Atina Dop spruzzati con il pecorino romano. Nel menu ci sono anche le mezze maniche ribattezzate «3M», vale a dire «amatriciana a modo mio», spiega, «perché hanno una particolarità: la pancetta tagliata a cubetti viene marinata nel vino bianco per 24 ore e poi si aggiunono il peperoncino e la "paccatella" napoletana, ovvero i pomodorini del Piennolo dell'area vesuviana«. Tra i dolci incuriosisce il «fai tu», una mezza pera al bergamotto ricoperta di cioccolato di Modica, accompagnata da una pallina di gelato alla vaniglia e croccante. La cucina è curata in collaborazione con Fabio Campoli e il Circolo dei Buongustai. In attesa del Cav, racconta, «già vari parlamentari del Pdl si sono affacciati in sala per assaggiare la mia cucina. Di casa è Fedele Confalonieri», uno degli amici storici del leader azzurro. «Berlusconi mi ha consigliato di inserire il menu tricolore. Quando verrà qui e assaggerà i nostri piatti, certamente mi suggerirà qualche pietanza e una la dedicherò a lui».
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