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Il redditometro come l'Imu è diventato un nemico numero uno di questa campagna elettorale, il mostro da abbattere, l'odioso strumento del fisco di cui tutti da destra a sinistra fino a Monti, negano la paternità.

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Inoccasione di un convegno su anagrafe tributaria e federalismo, ha messo in guardia dall'uso «disinvolto di informazioni disallineate e non verificate» che possono essere assunte con l'impiego del redditometro. Poi ha sottolineato che questo meccanismo fiscale «come tutti gli strumenti presuntivi ha bisogno di cautela per l'efficacia probatoria». Pertanto, è l'invito di Giampaolino, «è necessario che l'amministrazione verifichi sempre i risultati e proceda all'accertamento» oltre al fatto che è auspicabile, dice, «una maggiore attenzione delle amministrazioni verso i contribuenti, che andrebbero aiutati negli adempimenti, cambiando atteggiamento». Il presidente della Corte dei conti ha fatto l'esempio di «situazioni dove la titolarità formale di oneri come servizi, canoni, utenze e locazioni non corrisponde a coloro che ne supportano effettivamente l'onere finanziario». Per questo gli uffici «devono procedere con grande attenzione per arrivare alla effettiva titolarità soggettiva». A stretto giro è arrivata la replica del direttore generale dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera che con il vicedirettore, Marco Di Capua, era al convegno. Questo ha spiegato che il redditometro «non è una panacea ma è utile per intercettare forme di evasione spudorata e finti poveri». Poi ha replicato alle critiche respingendo la tesi che si tratta di uno «strumento di accertamento di massa» giacchè i controlli «saranno inferiori ai 40 mila l'anno e non sarà necessario conservare gli scontrini per tutto l'anno». Il redditometro «non interesserà situazioni in cui la spesa si discosta dal reddito di mille euro per dodici mesi l'anno (12.000 euro all'anno)» e comunque saranno prese in considerazione solo le spese certe, che risultano dalle banche dati dell'anagrafe tributaria». Respinta anche l'accusa che ci sia una «criminalizzazione della ricchezza, perché - ha precixato Di Capua - è giusto avere libertà nell'uso del proprio reddito. Quello che interessa non è più perché ho comprato o perché ho speso - ha spiegato - ma che si sia speso». L'obiettivo, ha sottolineato, «è un'applicazione equilibrata e intelligente». Befera è stato chiaro: consentirà di potenziare da subito la strategia della lotta all'evasione. Per le persone fisiche l'analisi dell'infedeltà fiscale si concentrerà sulla compatibilità tra reddito consumato e dichiarato. Il direttore generale dell'Agenzia delle Entrate ha anche marcato la differenza con altri strumenti del passato basati sul ricorso alla presunzione di disponibilità di pochi beni. Ora l'attenzione è concentrata «sulla spesa effettiva del contribuente che ha un reddito non adeguato a supportarla». Per i controlli saranno create «liste selettive di contribuenti». Altro strumento citato da Befera è quello dell'anagrafe dei conti bancari che sarà utilizzato, ha spiegato, nel rispetto degli standard di sicurezza e della privacy. Maggiori dettagli arriveranno con la circolare applicativa che, come ha confermato Di Capua, è in corso di preparazione. Senza, non si parte. Il Presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza sull'Anagrafe Tributaria, Maurizio Leo del Pdl, si mostra soddisfatto dei chiarimenti dell'Agenzia delle Entrate che dimostrano la volontà di «aggiustare il tiro». Nel rapporto conclusivo della commissione si legge che il redditometro è di «grande rilievo strategico». Le modifiche normative introdotte, si sottolinea, «mirano ad accrescere la capacità dell'amministrazione finanziaria di accertare il reddito dei contribuenti e, in particolare, delle persone fisiche, al fine di indurle ad ottemperare correttamente gli obblighi fiscali». La commissione annuncia inoltre che «è in corso di realizzazione anche un progetto che ha l'obiettivo di individuare, ed assegnare, un punteggio di rischio per ogni contribuente». Se Leo apprezza i passi in avanti del fisco i partiti chiedono di più. Il segretario del Pdl, Angelino Alfano torna a chiedere «il ritiro del redditometro». Il leader Udc Casini: «Va applicato in modo da non suscitare allarmismi».

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