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L'appello di Monti: serve una spallata contro chi blocca il Paese

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«Più tasse per colpa di alcuni irresponsabili Una parte della sinistra frena la crescita»

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Ela richiesta agli italiani di una «spallata» contro chi «blocca il Paese». Mario Monti continua a presentare la sua «offerta agli italiani», stavolta, dagli schermi del canale all news di Mediaset. Si dice «equidistante dalla destra alla sinistra», spiega di essere sceso dal «piedistallo» superpartes per mettersi «dalla parte della gente comune». Persone alle quali il candidato centrista chiede un impegno in politica, per «mettere in campo le energie della società civile e ridurre la comoda distinzione tra noi e loro». E annuncia i primi nomi della sua lista: Ilaria Borletti Buitoni; Alberto Bombassei; Valentina Vezzali; Mario Sechi; Luigi Marino. Nomi che troveranno posto, spiega Monti, nella lista unica del Senato oppure in Scelta Civica se candidati alla Camera. Afferma di essere stato «costretto» ad aumentare le tasse a causa di alcuni «irresponsabili» e di essere «salito su un treno in corsa» diretto verso il precipizio. Il Professore chiede che la società civile faccia un passo avanti. Da qui gli attriti con i partiti che, invece, chiedono spazio per i propri dirigenti sul territorio. Il Professore ha attaccato il precedente governo ma anche una parte della sinistra che «soffoca la crescita» per cercare di contrastare le diseguaglianze economiche. «In passato - ha spiegato - si è trascurato troppo l'aspetto diseguaglianze. Ora si è molto accresciuta la differenza di reddito tra chi sta meglio e chi sta peggio. Si è demonizzato molto il sistema fiscale. La mia intenzione, e quella di tutti, è che gli italiani paghino meno tasse». Monti ha spiegato di essere sceso «dal piedistallo» per schierarsi «dalla parte degli esclusi e dei giovani». Certo alcune cose «si potevano fare meglio, ma con quello che passava il convento e la rapidità enorme con cui andavano fatte, sono molto soddisfatto di aver aumentato enormemente la credibilità dell'Italia e di aver posto le premesse che, se non saranno distrutte dal prossimo governo e mi auguro di no, saranno le basi per una crescita dell'economia e della società italiana». E ai partiti che ora criticano alcune decisioni del suo governo, Monti ribatte: «Dovevamo mangiare un pasto magro e con un menu predeterminato. Del resto, tutte le misure proposte dal governo sono state approvate dai tre partiti Pdl, Pd e Terzo Polo, che se hanno votato la fiducia ogni volta non credo l'abbiano fatto per fare un favore a me, ma perchè ritenevamo che altrimenti la situazione italiana sarebbe stata peggiore». «Occorre rinnovamento contro chi blocca il Paese», è necessario «mobilitare i riformatori» per affrontare l'emergenza sociali. «La mia intenzione - ha ribadito il Prof - è quella di ridurre le tasse con gradualità» eliminando le strutture inutili e mettendo in campo «un piano sistematico» di abbattimento dei costi della politica. Una polemica elettorale del tutto superficiale (quella in corso sulle tasse e sull'Imu, ndr.) ma credo che gli italiani se ne accorgeranno. Occorre, per ridurre le tasse, ridurre la spesa pubblica». Monti ha sottolineato che l'Imu è stata «richiesta proprio dall'Unione europea» e ha contestato il fatto di essere espressione dei poteri forti. Un affondo anche sul federalismo definito «maniacale». Su questo Monti ha parole durissime: «Non mi riconosco proprio per niente in questa specie di aborto di pulsione federalista - ha aggiunto - che ha peggiorato il Paese nel suo insieme e quindi danneggiato anche il Nord». Per Monti, inoltre, «alcuni campi possono essere delegati maggiormente alle autonomie locali, ma altri campi vanno gestiti con una visione nazionale, se non internazionale». Il Prof ha commenti altrettanto duri per quanti, in campagna elettorale, stanno chiamando in causa i poteri forti e il presunto legame del premier con questi. «Coloro che si presentano come severi avversari del sistema capitalistico e vedono in me un tutore dei poteri forti, potrebbero andare a riguardare un po' i ritagli dei giornali e scoprirebbero che mentre loro castigano a parole il sistema capitalistico, io l'ho fatto con i fatti. Non perchè sia cattivo in sè, ma perchè servono leggi e il coraggio di applicarle». E rivendica l'azione di contrasto ai colossi economici e finanziari. «Non c'è un italiano, ma neanche un europeo, che negli ultimi 15 anni abbia fatto tante battaglie, con successo, contro i cosiddetti poteri forti: Microsoft, General Electric, non erano poteri deboli... E li ho trattati molto più duramente di qualsiasi autorità antitrust. Così come contro i governi francesi e tedeschi che volevano danneggiare le altre aziende con norme sulla concorrennza. Poi vari banchieri sono stai multati per accordi segreti contro i consumatori. E gli speculatori saranno colpiti dalla tassa sulle transazioni fiannziarie, sulla quale il governo Berlusconi era contrario mentre io ho dato parere favorevole».

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