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Due donne sfideranno Zingaretti

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Il Pdl punta su Beatrice Lorenzin, montiani su Giulia Bongiorno L'ufficialità legata al completamento delle liste per il Parlamento

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Controil candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio, infatti, il Pdl schiererà la deputata Beatrice Lorenzin e la lista Monti l'avvocato e deputata Giulia Bongiorno. Per quest'ultima manca solo l'ufficialità, ma la quadra sul nome della fedelissima di Gianfranco Fini è sTata trovata da tempo. Da giorni le agenzie di stampa sono inondate dai comunicati di gradimento e sostegno degli esponenti laziali dell'Udc. Il nodo è legato alla compilazione delle liste per il Parlamento. Giulia Bongiorno oltre a candidarsi a governatrice del Lazio dovrebbe essere anche capolista al Senato per garantire l'effetto-traino tra la lista regionale e quella per Palazzo Madama, dove il premio di maggioranza si calcola su base regionale. Il simbolo della lista a sostegno della Bongiorno sarebbe già pronto: ricalcerebbe quello della lista Monti, con la scritta «Bongiorno presidente» e il richiamo ai simboli di Udc e Fli. Partita analoga quella di Beatrice Lorenzin. Il Pdl locale ha sciolto la riserva indicandola come candidata. Adesso spetta al presidente Silvio Berlusconi e al segretario Angelino Alfano procedere all'investitura ufficiale. «Sono molto onorata. Sono stata interpellata, vediamo un po' cosa succede - ammette la Lorenzin - Amo la mia città e la mia regione e sono a disposizione. Se dovessi essere io il candidato, acettare questa sfida significherebbe ridare fiducia ai cittadini e fare del Lazio una regione traino per lo sviluppo dell'Italia». Dopo la riunione dell'altra notte, ieri c'è stato un nuovo summit in via dell'Umiltà. Presenti oltre ad Alfano, tutto lo stato maggiore del Pdl laziale da Gasparri a Cicchitto e Alemanno. La Lorenzin gode del sostegno della maggioranza dei big del partito regionale, che temono l'avanzata di Storace nel Lazio, anche per la partita al Senato. Al fianco della Lorenzin si sono schierati proprio Gasparri, Cicchitto e Alemanno. L'ultima parola spetta ad Alfano e Berlusconi. Tra le questioni ancora aperte, però, ci sarebbero - spiegano fonti Pdl - anche le richieste della candidata in pectore, tra cui la possibilità di essere contestualmente candidata in Parlamento. Uno scoglio, questo, che riguarda anche Maria Stella Gelmini in Lombardia, sempre più vicina ad affiancare il leghista Roberto Maroni nella corsa al Pirellone. La Lorenzin chiederebbe, inoltre, mani libere nella composizione delle liste, per evitare il rischio di presenze «scomode» dopo lo scandalo Fiorito sulla gestione dei fondi ai gruppi consiliari. Per il Pdl, comunque, il punto nodale e imprescindibile è la presenza del simbolo sulle schede elettorali. Tutto è legato quindi alla composizione delle liste per il Parlamento. Da sciogliere anche il futuro della governatrice uscente Renata Polverini. Lunedì sera Berlusconi ha garantito che nessuno dei consiglieri uscenti in Lazio e Lombardia sarà ricandidato. Per l'ex segretario dell'Ugl si prospetta un seggio in Parlamento, ma nel partito di via dell'Umiltà sono tanti i malumori per quelli considerati «i paracadutati». «Mi auguro di rimanere impegnata in politica, in Parlamento. Vorrei essere espressione del Pdl - dice la Polverini - Stiamo tutti lavorando per continuare a dare un centrodestra necessario a questo Paese. Ho anche l'età anche per essere candidata al Senato». Sulla scelta del candidato governatore, la Polverini dice: «Storace mi ha sostenuto, Beatrice è stata la mia portavoce in campagna elettorale. Sono imbarazzata a dover scegliere. Sono entrambi validi. Il candidato deve portare avanti il lavoro della mia giunta». Da capire cosa farà Storace nel caso in cui la scelta del Pdl ricadesse sulla Lorenzin, dopo che, a San Silvestro, Berlusconi aveva annunciato il proprio endorsement per la candidatura dell'ex governatore suscitando la rivolta del Pdl laziale. In queste ore si sta lavorando per cercare un'intesa. Quasi certa, invece, l'alleanza con gli ex An di Fratelli d'Italia. «Il problema è l'apparato romano - dice Storace, che ieri a tarda sera ha visto a Palazzo Grazioli Berlusconi - Spero che la smettano. Dobbiamo cercare di capire quale sia il candidato migliore. L'ipotesi di una mia candidatura non è da sottovalutare». Sull'intesa Storace è aperto: «Vediamo chi propone il Pdl, se il nome che sta girando è quello vero o se stanno fingendo. Dobbiamo evitare l'effetto Sicilia dove ci furono due candidati del centrodestra e vinse la sinistra con una minoranza di voti. Se ci sono le condizioni si trovano accordi altrimenti no. È legittimo che il Pdl si interroghi. Avrebbe dovuto farlo prima».

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