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Ingroia attacca l'«imputato» Berlusconi: «Sparisca»

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Eccocosa certamente gioverebbe all'Italia e alla sua immagine nel mondo». Lo spiega in una nota Antonio Ingroia, commentando le ultime dichiarazioni del leader Pdl. «L'imputato Silvio Berlusconi - riprende - è il maggior responsabile della situazione drammatica in cui versa il nostro Paese, autore di numerosissime leggi ad personam e artefice di un cambiamento che ha letteralmente stravolto i connotati dell'Italia e della nostra storia, con il risultato di un drammatico impoverimento culturale, sociale ed economico. Ora l'ex premier - prosegue Ingroia - impaurito dai sondaggi che certificano il crollo del consenso intorno a lui, si dichiara disposto ad accettare qualunque incarico per il bene comune. Lo fa continuando a mostrarsi in tv, nonostante i disastri provocati dal suo esecutivo». Poi ha aggiunto: «Stia tranquillo, la prima cosa che faremo arrivati al governo è la cancellazione di quel conflitto di interessi che è la causa della più grossa anomalia tra le democrazie occidentali. Rivoluzione Civile tiene alta la vigilanza sugli abusi di potere mediatici di Berlusconi». «Una delle più grosse anomalie rispetto alle democrazie occidentali è costituita dal fatto che personaggi come Ingroia hanno sempre svolto attività politica da magistrati costruendo così i presupposti per l'ingresso in politica a tempo pieno. Di conseguenza Ingroia non può dar lezioni di nessun tipo anche se dai suoi interventi emerge chiara l'intenzione non di battere l'avversario sul piano dei voti ma di farlo sparire ricorrendo ad armi improprie quale, appunto, la leva giudiziaria» replica Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera. Interviene anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris: «Fa quasi sorridere, se non fosse tragico, ascoltare Berlusconi attaccare Antonio Ingroia e definirlo un cancro della democrazia: se oggi questo Paese mantiene ancora, nonostante Berlusconi, una ossatura democratica è grazie alle donne e agli uomini che, come Ingroia, hanno difeso, rispettato e applicato la Costituzione». Insomma, «l'unico vero cancro della democrazia che conosco è quello delle mafie che infiltrano le istituzioni e dell'ingiustizia sociale che mortifica la dignità delle persone. Si tratta di due patologie del nostro Paese che vanno curate nel profondo e che certo hanno visto, nella (sub)cultura imposta in questi anni da Berlusconi, una recrudescenza pericolosa».

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