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Roma esplode di gioia «I più forti ancora noi»

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Marea umana in piazza del Popolo col tricolore Poi caroselli in Centro fino a tarda notte

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Afine partita, con la Germania ormai alle spalle e la finale in tasca, stare in piazza del Popolo è come sentirsi sul tetto del mondo. Davanti al maxischermo di piazza San Silvestro domenica scorsa si era vista una delle più belle pellicole calcistiche di sempre, così – sarà scaramanzia, sarà che il «peso» del risultato si sopporta meglio in gruppo – tutti ancora in piazza, piazza del Popolo questa volta, meno nuova ma più «romana», più grande, più da partita infinita che, però, «vinciamo sempre noi». 1970, 1982, 2006 e – ora si può finalmente aggiungere - 2012: dalle immagini d'antan a quelle grondanti di verde-bianco-rosso sembra un'altra storia, un'altra sfida, invece torna tutto, nel chiasso dei clacson impazziti, negli abbracci tra sconosciuti, nella gigantografia di Sant'Andrea da Brescia, al secolo Andrea Pirlo, Roma vuole ricordare il 1970, il 1982 e il 2006, Rivera e Mazzola, Baggio e Grosso. In piazza del Popolo il signor Gennaro Caltiotti, 83 anni, spalle avvolte nel tricolore, sa a cosa andrà incontro: «Le ho già viste tutte quelle partite – ricorda sognante - speriamo che la storia si ripeta». Apertura di partita col botto, nell'ordine inno di Mameli a squarciagola, fumogeni, petardi, un labbro rotto (il ragazzo colpito da una scheggia si è fatto medicare), la maglietta di un altro che prende fuoco, ma nulla di grave.Lo show può iniziare. Conclusione da delirio, ragazzi arrampicati ovunque, bagni di spumante, caroselli che trasformano tornanti in curve da stadio. La sindrome da partita sotto le stelle ha contagiato un po' tutti: si è registrato il boom di maxischermi, dalla spiaggia di Ostia al Centro. Anche ieri sera tifo «lottizzato»: i tedeschi hanno scelto per lo più pub e bar, mentre piazza del Popolo, blindata per evitare «esondazioni» disordinate verso il centro, era quasi tutta azzurra, l'eccezione la faceva una scolaresca di Berlino in vacanza nella Capitale: «La guardiamo con voi ma tifiamo Germania», com'è ovvio. Roma aspettava trepidante questa serata, c'è chi - è il caso di Alfredo Bassi, 49 anni, addetto alle pulizie - si è fatto spostare il turno di lavoro, chi ha fiutato l'affare buttandosi sul business delle bandierine, chi si è piazzato sotto il maxischermo alle 17, quando ancora il sole picchiava. Si attendevano ottomila persone, forse ne sono arrivate anche di più e, comunque, il calore del tifo avrebbe fatto invidia a Caronte. La performance di Balotelli è stata la ciliegina esplosiva: le transenne hanno vacillato, la piazza braccia al cielo e fumogeni tricolore.Daniele Paciotti e Giuseppe Faggiani sono arrivati da Pomezia, panini e cambio nello zaino che, se si vince, «chissà quando si torna a casa». E chissà quando torneranno.

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