Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

L'incompatibilità resta al palo

default_image

  • a
  • a
  • a

Ilcittadino può rivalersi contro lo Stato che, se accerta il dolo, si rivale, a sua volta, sul magistrato prelevando fino alla metà di un'annualità dello stipendio, prima il prelievo era solo di un terzo. Questa in sintesi, la proposta del governo, contenuta in un emendamento del ministro Severino che ha chiuso una giornata di tensioni sul fronte della Giustizia. Nel pomeriggio l'Aula della Camera ha sospeso l'esame del ddl anticorruzione dopo una serie di ulteriori temi accantonati. L'assemblea ha deciso di rinviare alla seduta di oggi pomeriggio questioni come la delega al governo per un testo unico sulle incandidabilità a seguito di condanne definitive (art.10) o nuove disposizioni antimafia a carico delle imprese (art.6). Nel frattempo il comitato dei 9 delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia dovrebbe tornare a riunirsi per individuare soluzioni condivise. Disco verde, invece, alle tutele per i dipendenti che denunciano casi di corruzione (art.5) accompagnate dalle sanzione per i cosiddetti dipendenti «bugiardi» e alle norme di prevenzione dalla corruzione negli enti locali (art.8). Rinvio tuttora confermato, in attesa di riformulazioni o pareri, per le norme sulla incompatibilità degli ex politici per incarichi di vertici nella pa, sugli arbitrati e sulle modifiche al codice penale. «Bisogna essere incensurati per fare i vigili urbani, per lavorare nelle pubbliche amministrazione, per fare qualsiasi cosa. Perchè questo Parlamento non vuole mettere l'incompatibilità per chi ha sentenze in giudicato di natura dolosa per la posizione di parlamentare?» ha commentato Antonio Di Pietro, leader Idv «Così ci sarà un Parlamento di mascalzoni».

Dai blog