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Il presidente dei vescovi: «La trasparenza finanziaria è una necessità»

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L'attualitàirrompe alla conferenza stampa del cardinal Angelo Bagnasco, presidente della Cei, che conclude i lavori della sessantaquattresima assemblea generale dei vescovi italiani. Ed è una domanda sulla sfiducia del Consiglio di Sovrintendenza dello IOR al suo presidente Ettore Gotti Tedeschi a innescare una lunga riflessione del porporato sulla trasparenza finanziaria. Non si pronuncia direttamente sulla vicenda IOR («dovrei avere tutti gli elementi» ha detto il porporato) e tra l'altro la Santa Sede ha intrapreso un cammino deciso verso la trasparenza, addirittura modificando la legge antiriciclaggio appena un anno dopo la sua promulgazione per renderla più aderente agli standard internazionali. Bagnasco fa invece una riflessione più ampia sulla finanza che «è un elemento del vivere sociale, ma deve essere in rapporto equilibrato alla economia, alla industria, ci deve essere armonia, altrimenti nascono i mostri». Ma come risponde Bagnasco, da vescovo, alle domande e allo sconcerto dei fedeli di fronte alle «tensioni» interne alla Chiesa? Il presidente della Cei ricorda il Papa, che lunedì ha pranzato con i cardinali e ha detto loro che «è bello sentirsi tra amici», un modo del pontefice per mettere da parte ogni polemica ed ogni tensione. «Il male nelle sue diverse forme - aggiunge Bagnasco - è presente in tutti, anche nella Chiesa. Per questo il Papa chiama all'Anno della fede e alla conversione». E per questo, raccomanda l'arcivescovo di Genova, «dobbiamo stare attenti a non enfatizzare, a non costruire, come a volte accade, le cose, vedendo quello che a volte c'è e a volte non c'è». Altri argomenti: le firme dell'8 per mille a favore della Chiesa, che aumentano («si tratta di un sistema di libertà fiscale»); la necessità di lavoro, sottolineata già nella prolusione; le linee guida contro la pedofilia che, dice Bagnasco, non sono inadeguate, come è stato criticato. Vero, nelle linee guida non c'è l'obbligatorietà delle denunce degli abusi alla magistratura, ma in questo «segue il codice italiano, che la prevede solo per i pubblici ufficiali» ma «la Chiesa precede la legge, perché i vescovi sono tenuti a intervenire non appena hanno notizia, o anche solo "fumus", di presunti abusi sessuali in vista di misure preventive. E precede la legge perché fissa la prescrizione a 20 anni dopo la maggiore età dell'abusato» al contrario della legge italiana la cui prescrizione scatta dopo 10 anni. «Cose non di poco conto» ha sottolineato il presidente dei vescovi italiani. E per quanto riguarda il sostegno al governo Monti, Bagnasco afferma: «Siamo in mezzo a un guado. Che si fa? Si procede o si torna indietro? I sacrifici ormai sono innescati, devono portare a dei frutti». Bagnasco è fiducioso anche sulla questione dell'Imu per le proprietà ecclesiastiche, in particolare per quanti riguarda quelle che hanno uso solo parzialmente commerciale, perché - dice - «le pagine che Monti ha letto per precisare al riguardo sembrano veramente puntuali e eque».

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