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La Bundesbank boccia Draghi ma Merkel lo elogia

Mario Draghi

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Era da tempo che la Bundesbank voleva togliersi quel sassolino dalle scarpe. La nomina di un italiano al vertice della Bce non è stata ancora digerita. Così il capo della Banca centrale tedesca, Jens Weidmnann, dopo aver mugugnato sulla prima erogazione del prestito al tasso agevolato dell'1%, ieri, all'indomani dell'altra tranche da 530 miliardi con durata a tre anni, è uscito letteralmente fuori di sé. Secondo quanto riporta il Frankfurter Allgemeine Zeitung, Weidmann avrebbe inviato una lettere al presidente Mario Draghi in cui si lamenta dei recenti ammorbidimenti dei criteri sui «collaterali», ovvero i titoli finanziari che la Bce accetta come garanzia per erogare rifinanziamenti alle banche. Ma proprio in virtù di tali «ammorbidimenti» la partecipazione all'asta è stata massiccia (800 banche contro le 523 del primo appuntamento) e ha consentito l'accesso anche agli istituti di credito di dimensioni minori che sono quelli che finanziano l'economia reale nelle realtà locali. Secondo il capo della Bundesbank i criteri meno rigidi applicati da Draghi potrebbero compromettere le capacità dell'area euro di gestire i rischi insiti nel settore bancario, così come quelli sui debiti pubblici. Però l'invettiva di Weidmann è un autogol giacchè più della metà delle 800 banche che hanno partecipato all'asta della Bce sarebbero state proprio tedesche mentre le banche italiane si sono accaparrate solo un quinto dei fondi (139 miliardi su 530 miliardi). Quindi Weidmann ha criticato un sistema che avrebbe sostenuto innanzitutto il comparto bancario della Germania. Non solo. Contro Draghi è sceso in campo anche lo Sueddeutsche Zeitung. Il quotidiano bavarese paragona la strada «rischiosa» scelta dal presidente ella Bce a quanto fece negli Usa Alan Greenspan. Mario Draghi «si comporta da politico più che da custode della moneta unica». E con i suoi «mille miliardi a buon mercato» il presidente della Banca Centrale Europea potrebbe «causare la prossima bolla finanziaria». La Bundesbank si sta comportando non in sintonia con il Cancelliere Angela Merkel che invece, arrivando al Consiglio europeo, ha elogiato la Bce che «con i suoi fondi sosterrà l'euro e assisterà le banche». Inoltre la decisione di Draghi, ha rilevato il Cancelliere, impegnerà «i politici a creare più occupazione e mettere l'Europa in condizioni di crescere». Secondo la Merkel bisogna discutere su come rafforzare la competitività. «In molte aree è chiaro che non stiamo tenendo il passo con i competitori internazionali. Dobbiamo discutere di come crescere e di come aumentare la competitività. Questo non vale solo per la Grecia, ma per diversi altri Paesi che stanno crescendo sotto i loro potenziali». Apprezzamento per la dcecisione della Bce sono venute pure dalla riunione dell'Eurogruppo. Critiche a Draghi sono arrivate anche dal Financial Times. «Per quanto sia una liquidità a buon mercato» quella erogata dalla Banca Centrale Europea, che ha «aggiunto altra vodka» per 530 miliardi di euro, «fornisce un anestetico di tre anni su una parte limitata del finanziamento delle banche» e «rimanda un potenziale mal di testa». Con toni critici il quotidiano osserva come tale manovra «difficilmente raggiungerà lo scopo di far giungere maggiori prestiti all'economia reale». «Di sicuro porterà un beneficio marginale per alcuni, riducendo i rischi di rifinanziamento» ma - scrive il quotidiano - «la generosità della Bce non è la risposta» al difficile momento del credito, aggravato dagli «ostacoli innalzati anche dall'European Banking Authority che costringe anche le grandi banche a tagliare i prestiti». «Perchè torni la tranquillità sul fronte della domanda e dell'offerta - conclude il Financial Times - serve solo la soluzione del problema principale, ovvero la crisi dell'Eurozona». L'erogazione del credito a tasso agevolato non basta. È questa la posizione del Fondo Monetario internazionale che si aspetta dalla Bce una «politica monetaria fortemente accomodante». E questo obiettivo potrebbe essere raggiunto «abbassando il tasso principale di rifinanziamento poichè ci sono spazi per farlo, e, se necessario, varando ulteriori misure non convenzionali». In una nota diffusa al G20 finanziario a Città del Messico, l'istituto di Washington scrive che la Bce «dovrebbe continuare a fornire liquidità al sistema e proseguire appieno gli acquisti di titoli per migliorare le prospettive di stabilità finanziaria». In generale, le politiche monetarie a livello globale dovrebbero «continuare a sostenere la crescita, viste le attese di inflazione stabili e alta disoccupazione». Banca d'Inghilterra, Banca del Giappone e Riserva Federale «siano pronte a rafforzare le misure di sostegno non convenzionali se dovessero materializzarsi rischi negativi». Le critiche alla Bce di certa stampa tedesca e del Financial Times, non sono però condivise dai mercati che ieri hanno chiuso in positivo.

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