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Monti: "Lo spread deve calare ancora Grazie a Berlusconi per il sostegno"

Il premier Mario Montio ospite a Matrix

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L'obiettivo di una discesa dello spread "non è ancora raggiunto, deve scendere ancora e scenderà" ma "la tendenza è decrescente, siamo scesi di 200 punti rispetto a novembre". Il premier Mario Monti al Tg5 ha spiegato che anche se si tratta di "una variabile che ha polarizzato anche troppo l'attenzione", di sicuro c'è "ormai una tendenza decrescente". CRESCITA E DISCIPLINA  Il vincolo del debito "è un vincolo che non è stato preso ieri ma un anno fa. Certamente è severo ma non impossibile se saremo capaci, noi e tutti i governi che si susseguiranno, di tornare a far crescere di più l'Italia", ha detto il presidente del Consiglio. Monti ha sottolineato che con l'ultimo accordo stretto a livello europeo "la crescita non sarà più un omaggio verbale ma diventerà il cuore della politica europea dei prossimi mesi. L'accordo è importante perché consolida e cristallizza, e rende definitiva, l'adesione alla disciplina di bilancio. Un bene per tutti quanti in Europa perché nel 2003 furono Germania e Francia a mettere in discussione quella disciplina", ha detto il premier. Per l'italia "non ci sono appesantimenti rispetto a quanto accettato l'anno scorso con l'obbligo di rientro", ha assicurato il premier per il quale "l'accordo permetterà ai titolari della disciplina, la Germania o la Bce, di sentirsi più rilassati nella politica monetaria dei prossimi mesi". L'impegno con l'Europa per i vincoli di bilancio, ha detto Monti, "non l'abbiamo preso due giorni fa, ma l'anno scorso. Io non lo discuto. È un impegno severo ma non impossibile da realizzare, e non sarà insopportabile se saremo capaci di tornare a fare crescere un po' di più l'Italia, sia noi che i governi futuri". GRAZIE A BERLUSCONI A proposito della sua esperienza politica alla guida dell'esecutivo, Mario Monti al Tg5 ha detto: "non so nel marzo 2013, o quando sarà, che ricordo avrò. Ma so che sarà una parentesi chiusa e che il ricordo sarà positivo se l'Italia sarà in una posizione migliore rispetto a oggi. Penso che ce la faremo". "Non mi aspetto l'appoggio se faremo cose sbagliate - ha detto riguardo alla tenuta del governo -  ma se faremo cose buone ma anche migliorabili credo che dare l'appoggio al nostro governo sia un sevizio reso all'Italia". A tal proposito  "trovo che i malumori siano normali in una parte politica" come il Pdl che "non è più direttamente al governo", ha ammesso il Professore. "Trovo che l'appoggio che Berlusconi dà al governo è fondamentale come quello del Pd e del Terzo polo" ma "venendo da colui che era presidente del Consiglio è particolarmente significativo". "Questo - ha aggiunto - dà internazionalmente un senso di continuità. Perché sono scesi i tassi d'interesse a breve e non quelli a lungo termine? Perché si è accredito questo governo di star facendo cose significative ma ci si interroga su cosa si posa fare dopo".   L'ORGOGLIO DI ESSERE ITALIANI "Nel 2013 non ci sarò, cioè spero di essere ancora vivo, ma senza le responsabilità attuali", ha ribadito poco dopo il premier, ospite a Matrix.  Sulla riforma delle pensioni "i sindacati hanno fatto tre ore di sciopero generale, che sono molto poco, ma non sono un segno di debolezza bensì di grande maturità del sindacato. Sul mercato del lavoro è normale avere più dialogo e questo più dialogo ci sarà, ma con tempi brevi, da Italia europea", ha detto il premier. "In Italia trovo l'opinione pubblica che sta recuperando il suo orgoglio, non parlo di nazionalismo ma di patriottismo. L'altro giorno a Londra, ho visto invece l'orgoglio di tanti giovani di essere italiani. Credo che questo conti. Mi sto ricommuovendo - dice a proposito della sua lezione a Londra - anche se non sono il ministro del Lavoro". "Ora - prosegue Monti - tanti capi di governo quando vogliono fare valere le loro posizioni in Europa vengono a Roma a confrontarsi e noi parliamo da pari a pari senza dover chiedere più comprensione. Questo - conclude - si tradurrà in un maggior rispetto anche per le imprese italiane". ARTICOLO 18 PUÒ ESSERE PERNICIOSO Il posto fisso è "una monotonia" e "i giovani devono abituarsi all'idea che non lo avranno", ha sottolineato Monti nel corso della registrazione. "Nella riforma su cui il ministro Fornero e il governo sono impegnati - ha sottolineato riguardo alla riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali -  la finalità principale è ridurre il terribile apartheid che esiste nel mercato del lavoro tra chi è già dentro e chi fa fatica a entrare e se entra entra precario. Vogliamo tutelare un po' di più chi è quasi schiavo o non riesce a entrare nel mercato con la riforma di diversi istituti" che non si possono sintetizzare "in si cambia l'articolo 18 o no. L'articolo 18 non è un tabù ma può essere pernicioso per lo sviluppo dell'Italia e per il lavoro dei giovani in alcuni contesti, può essere più accettabile in altri contesti". MERKEL E SARKOZY "Io bacchetto la Merkel? Ma si immagini e figuriamoci se io la bacchetto... Ci sono stati tanti equivoci su questo: ho una grandissima considerazione per la Cancelliera", ha detto il presidente del Consiglio. Il premier si schernisce e ricorda che "al primo degli incontri trilaterali con Sarkozy mi hanno chiesto idee nuove" perciò "figuriamoci se bacchetto la Merkel".   LIBERALIZZAZIONI Monti difende il pacchetto delle liberalizzazioni e avverte che "se gli italiani sperano di vedere prevalere le resistenze corporative, allora i tassi ripartiranno verso l'alto e andiamo a sbattere". Uno scenario drammatico che il presidente del Consiglio accompagna a una battuta leggera nella forma ma durissima nella sostanza: "Allora - dice infatti - meglio sarebbe studiare il greco, ma quello moderno...". Di fronte a un rischio del genere, però, "vedrà - dice a Vinci - che prevarrà la maturità delle forze politiche". Del resto, lo stesso presidente del Consiglio non si nasconde che "chi fa certe professioni o lavora in certi mercati prefereisce essere tutelato".  Così, si va avanti e anche se "per le ferrovie non si fa così presto come per la rete gas, c'è un meccanismo in moto tra proprietà e possibilità di muoversi. La nuova autorità determinerà regole e se una compagnia ferroviaria tedesca vuole operare sulle nostre rotte deve pagare oneri per tenere in piedi anche le linee meno lucrative". Non solo: "Anche per banche e assicurazioni c'è il divieto di presenze incrociate, che davano vita a un clima collusivo più che competitivo". E alla fine "banchieri e petrolieri non è che vengono a manisfetare sotto le finestre di Palazzo Chigi come i taxisti ma se avessimo tempo potrei dimostrare che anche loro...".  

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