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Alfano-Bersani-Casini, pranzo dal premier con menù europeo

Il segretario del Pdl Angelino Alfano

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Facciamoci valere in Europa, liberiamoci da una guida tedesca che non funziona più. E sul fronte interno puntiamo a intervenire anche sui cosiddetti poteri forti per far uscire l'Italia dal pantano delle crisi. Sarà questo il menu che il segretario del Pdl Angelino Alfano proporrà a Mario Monti nel pranzo di oggi a palazzo Chigi. A «tavola» ci saranno anche Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini, convocati anche loro dal premier per preparare la settimana forse più intensa che il presidente del consiglio deve affrontare da quando ha accettato l'incarico, tra incontri internazionali e vertici interni per preparare il testo sulle liberalizzazioni. Ma per il Pdl ora il compito del premier ruota in buona parte attorno all'Europa. È da lì che bisogna partire per rispondere agli attacchi delle agenzie di rating e della speculazione internazionale. Perché sono tutti i Paesi dell'area Ue a rischiare, non solo l'Italia. E salvarsi da soli non è più possibile.   Così Angelino Alfano metterà soprattutto sul tavolo la necessità di far pesare di più il nostro Paese nel consiglio europeo, facendo piazza pulita della coppia Merkel-Sarkozy che si è dimostrata inadatta a guidare la Ue. Dicendo anche basta ad ulteriori vincoli di bilancio sul piano di rientro dal deficit, provando magari a mettere in campo un'agenzia di rating europea. Del resto, si ragiona nel Pdl, Monti è stato scelto proprio per cercare di riportare in ordine i nostri conti e per rassicurare l'Europa. E su questi temi si deve muovere. «In un momento così drammatico per l'economia mondiale ed europea Monti deve battere i pugni nella Ue perché si cambi linea e la Germania eviti di portare tutti al disastro – spiega il capogruppo dei senatori del Popolo della Libertà Maurizio Gasparri – Su questa scelta Monti avrà il sostegno del Pdl». Ma la strategia europea si intreccia profondamente con le misure per la crescita del governo. Prima fra tutte la questione delle liberalizzazioni. E anche su questo Alfano metterà sul tavolo le richieste del suo partito. Si sa che il Pdl è abbastanza «freddino» sulle decisioni che riguardano tassisti e farmacie perché Alfano e i vertici vogliono che il rilancio passi anche da altri settori, ad esempio le banche. Come sottolinea ancora Maurizio Gasparri: «Mentre è un errore aprire decine di fronti di scontro sociale con intere categorie, che possono accettare riforme che nascano dal confronto con le istituzioni, ma non possono subire massacri che creerebbero disoccupazione e impoverimento. Sarebbe incomprensibile, mentre le emergenze riguardano i massimi problemi, che il governo si intestardisse in "guerre" ideologiche che non solo non portano crescita e occupazione, ma all'opposto possono aggravare la crisi, con meno lavoro per tutti. I tecnici facciano un bagno di realismo. Anche perché li vediamo timidi nel liberalizzare là dove ci sono interessi di potentati veri, e più decisi verso chi è più debole». E il suo collega senatore del Pdl, Andrea Augello, punta i riflettori su un altro problema che sta investendo il mondo produttivo italiano: l'impossibilità per le piccole imprese di ottenere crediti dalle banche. Gli istituti, infatti, hanno drasticamente ridotto la concessione di finanziamenti preferendo investire, per il momento, nella Bce. «Occorre dare forza e contenuti ad un'azione di governo che sappia affrontare le reali priorità dettate dall'agenda della crisi – spiega l'ex sottosegretario – Prima di tutto il problema del credito per le imprese italiane, senza risolvere il quale è impensabile credere ad una ripresa, poi il nodo del tavolo europeo, non ultimo il tema di un valutatore indipendente dei rating che metta fine ai conflitti di interesse che travagliano la credibilità delle "Tre sorelle"».

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