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Anche la portiera vicina del ministro riscattò la casa

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L'affare, se affare ci fu, non fu solo per Filippo Patroni Griffi. Ma anche per altri meno noti inquilini. Meno noti e meno abbienti come l'ex portiera dello stabile di via Monte Oppio, vista Colosseo, ora proprietaria di un appartamento grande quanto quello del ministro. «Negli anni questo palazzo prima è stato classificato come "casa popolare" e poi come "immobile di pregio", con decisioni contraddittorie da parte dello Stato. Ma non può essere solo la vista sul Colosseo a definire un immobile di pregio: i bagni interni e l'ascensore ce li siamo fatti a spese nostre». Luciano Santilli è il figlio dell'ex portiera del condominio di via Monte Oppio 12, a pochi metri dall'Anfiteatro Flavio, diventato famoso perché un altro inquilino, il ministro della Funzione pubblica, vi ha acquistato un appartamento nel 2008 per soli 170 mila euro. Grazie anche a una decisione del Consiglio di Stato di cui all'epoca faceva parte, che qualificò l'edificio come "non di pregio". Una vicenda su cui la procura della Repubblica di Roma ha aperto un fascicolo, per il momento senza indagati e senza ipotesi di reato. La signora Filomena Leva ha lavorato per 40 anni come portiera dello stabile, di proprietà dell'Istituto nazionale di previdenza sociale (Inps), e nel 2008 ha acquistato il suo di appartamento per circa 200 mila euro, racconta il figlio. La casa è al piano rialzato, esattamente sotto a quella di Patroni Griffi, che si trova al primo piano. Santilli mostra i 100 metri quadri dell'appartamento, che ha un aspetto più vecchio che antico. «Quello del ministro come dimensioni è uguale - dice il figlio della signora Leva -. Il giudice ordinario, il Tar e il Consiglio di Stato hanno dato sempre ragione a noi proprietari, in tutto 22 famiglie. Quando lo Stato decise di dismettere questo stabile, nel '96, lo classificò "casa popolare" e diede agli inquilini un'opzione d'acquisto con il 45% di sconto. Indubbiamente un'occasione d'oro, ma nella piena legalità. Poi la procedura di vendita si arenò e qualche anno dopo il palazzo diventò "di pregio". Noi abbiamo fatto ricorso collettivamente e abbiamo vinto». Il fatto che Patroni Griffi facesse parte del Consiglio di Stato chiamato a decidere sul caso non cambia l'opinione di Santilli. «Patroni Griffi è arrivato qui a metà degli anni '80, credo, quando non era certo importante come ora - dice -. Noi avevamo delle ottime ragioni e le abbiamo fatte valere. Siamo felici che ci sia un'inchiesta così tutto sarà chiaro».

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