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In Egitto gli islamici alla prova bikini

Elezioni in Egitto

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In Egitto i partiti islamici cercano la conferma del successo della prima tornata elettorale. La tensione resta alta. A Giza, alla periferia de IlCairo, i dissidi tra esponenti di diverse formazioni, davanti a un seggio, è degenerata in una sparatoria. La polizia immediatamente intervenuto ha sospeso le votazioni. La Fratellanza Musulmana e i salafiti di Al Nour puntano a bissare il successo della prima fase elettorale. I due partiti «confessionali» hanno trovato nel tema turismo un terreno di confronto e di scontro politico. Il «Partito libertà e giustizia» dei Fratelli musulmani ha organizzato persino una conferenza a Il Cairo dal titolo: «Incoraggiamo il turismo». Contemporaneamente, alcuni esponenti del Parito hanno visitato le piramidi di Giza, dove ieri si votava, per mostrare «il sostegno dei Fratelli musulmani al turismo», come ha dichiarato la guida suprema della confraternita, Mohamed Badie, che si è fatto fotografare mentre stringeva la mano ad alcuni turisti a Luxor. Anche gli ultraconservatori del partito salafita Al Nour, che hanno ottenuto un sorprendente 25 per cento dei voti nella prima fase delle legislative, hanno organizzato una conferenza ad Assuan per rassicurare i dipendenti dell'industria turistica e gli investitori. Ma a differenza dei Fratelli Musulmani che - apparentemente - non pongono condizioni ai turisti stranieri, i salafiti di Al Nour vogliono sostenere il settore, una delle principali voci attive della bilancia commerciale, ma a modo loro. Il portavoce dei salafiti, Nader Bakkar ha spiegato che al Nour vuole la separazione dei sessi in spiaggia: «Il Partito non vuole vietare il turismo marittimo. Ma vogliomo un turismo Halal (rispettoso dei canoni religiosi ndr), come spiagge separate per uomini e donne». L'ex numero due dell'università di Al Azhar, principale centro teologico sunnita, ha bollato come «irresponsabili e ignoranti» le dichiarazioni di esponenti salafiti a proposito dei turisti e delle antichità in Egitto. Così si scopre che i salafiti sono pronti a costruire «villaggi turistici halah» rispettosi della sharia e dei costumi islamici. La «prova bikini» è un test per tutti i Paesi del Maghreb coinvolti nella Primavera araba. In Marocco, Egitto e Tunisia il turismo dai Paesi occidentali rappresenta una percentuale consistente del Pil, rispettivamente il 14 per cento, l'11,5 per cento e il 7 per cento, ma la recente vittoria dei partiti filo-islamici alle elezioni che si sono svolte di recente nei tre Paesi pone interrogativi sulle sorti di un settore vitale e molti osservatori si chiedono se i nuovi governanti riusciranno a dare prova di moderazione e a conciliare i loro principi dottrinali con le esigenze economiche dei loro Stati. I salafiti del partito egiziano Al Nour hanno fatto sapere pochi giorni fa che vieteranno l'alcool e il turismo balneare, che a loro avviso «stimola il vizio». Si studiano nuove soluzioni per conciliare la promozione della sharia e i bagni di sole, per riempire tanto gli alberghi quanto le moschee. Il turismo è infatti il «petrolio» per i Paesi del Nord Africa. In Algeria, ad esempio, qualcuno ha inventato il «trikini», noto anche come «burkini», un costume intero fatto in modo tale da coprire ogni traccia di attributo sessuale, ovviamente destinato alle donne. Altrove viene applicato un tipo di turismo offshore, con zone destinate esclusivamente ai turisti stranieri.

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