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Sinistra pollaio. Uova su Giannino

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A palazzo Chigi adesso c'è il governo della «sobrietà». Silvio Berlusconi - pur non trascorrendo le sue giornate «ai giardinetti» come magari i suoi avversari avrebbero voluto - non è più al centro della scena e si occupa del partito. In parlamento i provvedimenti vanno avanti (almeno finora) con maggioranze bulgare e applausi trasversali: niente cori, né traditori. E anche i talk show politici, un tempo arene calde e spesso teatri di animosità e insulti, hanno intrapreso (loro malgrado, dati gli ascolti) la via del rigore. Dell'austerità, anche comunicativa. Eppure non tutto è cambiato. Il nuovo clima di serenità, legato all'emergenza e probabilmente destinato a finire con essa, non ha coinvolto tutti. Alcuni cittadini italiani, ad esempio, sono talmente «indignati» da non concederti - se ti chiami Oscar Giannino - la possibilità di esprimere la tua opinione. Succede a Milano, all'Università Statale: un gruppo di studenti di sinistra vede scendere il giornalista dal taxi e inizia a lanciargli addosso uova e pomodori. Giannino non era lì per caso: era stato invitato a partecipare ad un convegno sull'economia organizzato nella Facoltà di Scienze Politiche da Azione Universitaria, organizzazione giovanile di centrodestra, ma gli altri - quelli sempre democratici e rispettosi del prossimo - hanno deciso di intervenire. «Nessuno spazio per i fascisti in doppiopetto. Giovedì giornata antifascista», scrivono su un striscione all'ingresso. Poi, tra le tre e le quattro e mezzo del pomeriggio, giù uova, pomodori e insulti. L'opinionista viene «colpito» in volto e imbrattato da qualche uovo e salsa di pomodoro e decide di andarsene da un'uscita secondaria. I poliziotti (colpiti anch'essi da uova e ortaggi vari) intervengono per arginare le proteste, spostando i «rivoltosi antifascisti» in modo da agevolare l'uscita dei partecipanti all'incontro, senza che tra i primi e i secondi vi fosse possibilità di contatto. A convegno concluso, ancora attimi di tensione ma senza tafferugli. Il bilancio non registra nessun contuso - e nessun fermo - e solo un po' di confusione, ma non è questo il punto. «Crisi di identità? Perché se l'Europa non va non è solo un problema tecnico». Era questo il titolo del convegno. Ma evidentemente i collettivi della sinistra estrema non hanno gradito. A raccontare lo spiacevole episodio è lo stesso Giannino. «Oggi alle 14,30 mi è stato impedito l'accesso all'Università Statale di Milano - spiega - Numerosi studenti hanno bloccato l'ingresso, apostrofandomi in vari modi "buffone, padrone, fascista, distruttore dell'Università". Una bella doccia di pomodori pelati, qualche uovo. Nessuna possibilità di interloquire. La polizia, presente, mi ha cortesemente invitato a desistere. Così è stato. Questi i fatti. Nessun danno. Ognuno giudichi se si debba arrivare a episodi del genere». Nessun danno, dice Giannino. Eppure chi voleva assistere al convegno, e magari ascoltare proprio l'opinione del giornalista «in doppiopetto» non ha potuto farlo. Azione Universitaria ha subito denunciato «il clima di intolleranza e violenza creato ad arte da una piccola minoranza di estrema sinistra: l'aggressione nei confronti di un intellettuale, nonché persona stimabile quale Giannino, è un segnale profondamente inquietante per la situazione politica milanese», ma il dubbio è che non si tratti di un problema locale. O universitario. È «un atto teppistico grave e assolutamente inaccettabile», tuona la Federazione nazionale della stampa. E, puntuale, in serata, arriva la solidarietà della politica. Bipartisan, ovviamente.

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