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Cento ragioni (e poltrone) per non votare

Palazzo Chigi

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Avviso ai naviganti: il barometro segna tempesta finanziaria e forse nei partiti c'è qualcuno che non ha compreso che la vita reale degli italiani non è fatta di indennità parlamentari e piccoli calcoli di bottega. Il Paese che lavora, produce e paga le tasse, vi sta guardando. È bene che lo ricordiate, cari amici che fate politica al cosiddetto alto livello. Ho visto l'altroieri la fondamentale polemica apertasi nel Partito Democratico sulle opinioni di Fassina, responsabile economico del Pd. C'è un Paese da salvare, una speculazione internazionale da arginare, un governo da sostenere e i democratici ci allietano con le loro beghe da cortile su un signore che rappresenta giusto la sua opinione e niente più. Sul settimanale satirico Cuore c'era una rubrica che bisognerebbe tornare a istituire da qualche parte: Chissenefrega. Fassina la pensa come la Cgil? È un problema suo. E anche i liberal progressisti di cui condivido le analisi, occupino la loro intelligenza con qualcosa di utile. I partiti continuano a essere lontani dall'obiettivo che devono perseguire: la messa in sicurezza del risparmio degli italiani e il rilancio della produzione. Le cose non vanno meglio nel Pdl, dove il più saggio in questo momento (e spero di non fare un'eccessiva apertura di credito) appare Berlusconi. Una parte degli onorevoli sarebbe tentata da prendere le distanze dal governo Monti, cioè dall'unica ancora possibile di salvezza per l'Italia e addirittura per loro. Non capendo granché di economia e avendo rudimenti di politica discutibili pensano che marcare la distanza oggi sia fieno in cascina domani. È un errore infantile. Se Monti non è la salvezza, loro sono il disastro. È inutile girarci intorno, siamo arrivati a questo punto perché la classe politica ha alzato le mani non potendo mettere la testa sui problemi. Ogni tentazione di mandare tutto all'aria è un boomerang. Entro nel concreto: con questi sondaggi e questa legge elettorale il centrodestra perde un centinaio di deputati, perde le elezioni alla Camera e se Casini si allea con il Pd perde anche al Senato. Si vota? Il Pdl perde tutto. I democratici a loro volta si ritroverebbero al governo del Paese ma con il pesante fardello di una situazione sull'orlo del crac (pensate a cosa accadrebbe sui mercati se Monti fallisse e l'Italia entrasse allegramente in campagna elettorale) e l'obbligo di fare quelle scelte politiche che proprio a quelli come Fassina non vanno giù. Quel che scrivo è stradocumentato e a conoscenza di tutti i leader. Rassegnatevi, non ci sono alternative alle elezioni nel 2013 o, meglio, ce n'è solo una: il caos.

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