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Solo ministri tecnici ma i partiti si contendono i sottosegretari

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Suquesto punto Mario Monti è intransigente. Anche Gianni Letta sul quale Berlusconi si è speso fino all'ultimo. Poi il sottosegretario ha annunciato il passo indietro. Il Pdl però non cede e al termine dell'Ufficio di presidenza ha ribadito con una nota che vuole discutere ancora sulla squadra di governo, sul suo programma e sui tempi del mandato. I ministri saranno la facciata nuova ma i partiti stanno pressando ai fianchi Monti per garantirsi almeno qualche «strapuntino» con i sottosegretari. Il premier in pectore ha avuto un colloquio telefonico con Fini che, parlando con i suoi, seppur non mettendo alcun veto su Gianni Letta, non nasconde che preferirebbe una squadra composta tutta di tecnici. Monti ieri ha avuto numerosi scambi telefonici dal numero uno del Pd Bersani a Casini e Rutelli. Il leader dell'Udc ha ribadito che il suo partito non è interessato alle poltrone. «Per noi Monti può fare il governo che vuole». Anche il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, ostenta indifferenza verso la lista dei ministri. «A questo punto non ci interessano più i vinti o i vincitori, il Paese ha bisogno che nasca quanto prima il governo Monti, che sarà un governo di responsabilità politica e di ricostruzione nazionale». Per la squadra di governo sarà rispettata alla lettera la legge Bassanini (12 dicasteri con portafoglio e un numero limitato di sottosegretari: c'è chi dice una ventina). L'incarico verrà conferito con ogni probabilità oggi e la squadra potrebbe essere presentata da Monti anche subito. Il ministero strategico resta quello dell'Economia. Al posto di Giulio Tremonti potrebbe andare Guido Tabellini, professore di economia presso l'università Bocconi ma si sono fatti i nomi anche dell'ex Bce Lorenzo Bini Smaghi e di Saccomanni. Ma Monti potrebbe anche decidere di tenere l'interim del ministero per dare più forza alle decisioni. Allo Sviluppo Economico potrebbe salire il bocconiano Carlo Secchi ma in corsa ci sarebbe anche il presidente dell'Antitrust Catricalà. Il rettore della Cattolica, Lorenzo Ornaghi potrebbe andare all'Istruzione e Lanfranco Senn alle Infrastrutture. Per la Giustizia è candidato Cesare Mirabelli che si contende il ministero con l'ex presidente della Consulta De Siervo e con Piero Alberto Capotosti. Giuliano Amato, politico vicino al Pd ma considerato un tecnico, potrebbe tornare al ministro dell'Interno, che già ricoprì nell'ultimo governo Prodi. Ma potrebbe anche essere designato per la Farnesina, visto il prestigio internazionale. In alternativa, agli Esteri potrebbe essere indicato il diplomatico Giampiero Massolo, attualmente segretario generale del ministero. Carlo Dell'Aringa, noto economista della Cattolica, amico di Marco Biagi, ma gradito anche alla Cgil, potrebbe prendere il posto di Maurizio Sacconi al ministero del Lavoro. Si consolida il nome dell'oncologo Umberto Veronesi per la Salute. Emma Bonino, che ha accolto Monti con un saluto caloroso nel suo ingresso in Senato, potrebbe andare al ministero delle Politiche Comunitarie. Alla Difesa potrebbe arrivare il generale Mosca Moschini che appare più forte rispetto a quello dell'ex capo di Stato maggiore Vincenzo Camporini. Al ministero dell'Agricoltura potrebbe invece approdare Federico Vecchioni, ex presidente di Confagricoltura, considerato vicino a Luca Cordero di Montezemolo. Enzo Moavero, già capo di gabinetto di Monti, potrebbe diventare sottosegretario alla presidenza del Consiglio. L.D.P.

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