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Quagliariello: l'opposizione calpesta le istituzioni

Il vicecapogruppo del Pdl al Senato Gaetano Quagliariello

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«La situazione nella maggioranza è sotto controllo. Quello che mi preoccupa è piuttosto l'atteggiamento avuto dalle opposizioni sia alla Camera che al Senato. Da un punto di vista istituzionale, il loro comportamento è estremamente grave». Gaetano Quagliariello, vicepresidente del Pdl a Palazzo Madama, ottimista sul futuro del governo, di Aventino e aventiniani proprio non vuol sentir parlare. Senatore Quagliariello, ieri le opposizioni non si sono presentate in Aula. Legittima lotta politica?  «È evidente che l'opposizione può dare il significato politico che vuole alla bocciatura subita dalla maggioranza sul rendiconto. Quel che è oggettivamente eccessivo, però, è il comportamento istituzionale che ne ha fatto discendere». Cosa intende?  «Allora, ricapitoliamo quanto è accaduto: martedì non è stato approvato l'articolo 1 del rendiconto dello Stato. L'opposizione ha sostenuto a spada tratta che la bocciatura di quell'articolo precludesse l'approvazione di tutti gli altri. Ma si tratta di un'interpretazione del tutto opinabile». A quel punto è stata chiamata a decidere la Giunta per il Regolamento... «Esatto, ma si dà il caso che la maggioranza dell'Aula, in Giunta si trovi in minoranza. La Giunta è stata formata contravvendo ai princìpi di rappresentatività e proporzionalità sacri per la democrazia parlamentare». Il presidente della Camera in Aula si è difeso dalle accuse di parzialità a riguardo... «Certo, si è giustificato dicendo che il gruppo Misto ha nominato la Lanzillotta. Ma se Fini è un arbitro, e non un giocatore in campo, ha il compito di garantire le regole basilari della vita democratica. Sia Mancino che Marini, quando erano presidenti del Senato, hanno scritto al Misto chiedendo di fare in modo di rispettare il principio di equilibrio tra maggioranza e minoranza in Giunta. Violante ha preso di peso un deputato e lo ha spostato per rispettare le regole». Fini gioca la sua partita, insomma? «Fini ha permesso che passasse l'interpretazione che bocciare un articolo vuol dire bocciare il bilancio tout court. Da qui è sembrato scontato chiedere le dimissioni del governo, ma anche questo contraddice il dettato della Costituzione, secondo cui un esecutivo si deve dimettere solo se battuto su un voto di fiducia. Le opposizioni, invece, hanno inscenato l'Aventino...». E al Senato come è andata? «Anche da noi c'è stato un mini-Aventino. Intanto sono state esposte un giorno prima le argomentazioni che Fini e la giunta avrebbero approvato il giorno dopo. Abbiamo assistito all'avanspettacolo, insomma. Poi le opposizioni hanno abbandonato l'aula, impedendo che il Senato andasse avanti sul Def, nonostante stessimo decidendo su un provvedimento diverso. Hanno compromesso le Istituzioni per fare critica politica. Andando avanti così rimarranno solo la piazza e gli indignados».

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