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Il governo alla prova intercettazioni

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Tuttoè nelle mani del premier Silvio Berlusconi. Se deciderà di blindare il testo con la fiducia, allora dovrà mettere in sicurezza i propri voti dalle possibili imboscate dei «frondisti». Al momento infatti, dopo la rottura con la finiana Giulia Bongiorno (si è dimessa da relatrice) e con il Terzo Polo, il provvedimento è privo di quella larga convergenza più volte auspicata anche dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano. Ed è proprio sul recupero dei parlamentari dell'Udc che sta lavorando il nuovo relatore Enrico Costa che al Corriere della Sera dichiara di confidare «nella capacità di mediazione di Casini» perché, a suo avviso, «nel Terzo Polo convivono diverse aspirazioni». Una speranza che però sembra sfumare sia dopo l'attacco di Gianfranco Fini, sia dopo quello di Giulia Bongiorno. Se per il presidente della Camera il ddl intercettazioni «non è per l'interesse nazionale ma è per l'interesse personale di qualcuno», la presidente della commissione Giustizia della Camera è ancora più dura. «Non c'è una sola legge - spiega intervistata da Lucia Annunziata nel programma In mezz'ora - fatta per la giustizia. Sia il processo lungo, la prescrizione breve che le intercettazioni sono cose che interessano solo Berlusconi». Bongiorno, peraltro, non vede la possibilità di un'intesa tra maggioranza e Udc che escluda Fli: «C'è stata in commissione Giustizia un'assoluta coerenza di comportamento da parte dell'Udc e tra noi e loro c'è piena sintonia. La maggioranza è in difficoltà, deve stare attenta ai suoi numeri». Intanto il Pdl sta studiando le modifiche al ddl in vista della ripresa dei lavori e cercherà di smussare un punto di frizione che investe lo stesso partito. Si tratta della norma che spedisce in carcere i giornalisti che pubblicano le intercettazioni. «Questa storia dei giornalisti dietro le sbarre non sta né in cielo né in terra» ha detto Gaetano Pecorella che ha già annunciato che non ha intenzione di votare una simile norma liberticida. Una posizione che sembra accomunare diversi garantisti del Pdl oltre ai frondisti. Quest'ultimi, poi, sono corteggiati proprio dall'Udc che con Enzo Carra invita Pisanu e Scajola a «distinguersi dal berlusconismo becero e a votare contro la legge bavaglio» perché «nessun Dc l'avrebbe votata».

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