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Vasco "scaricato" dalla sinistra riceve l'endorsement del Pdl

Vasco Rossi

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"Hai perso un'occasione. Tante volte sei stato controcorrente, a volte additato a cattivo esempio dal perbenismo italico. Questa volta sei come tutti gli altri, forse peggio di tutti gli altri". Dopo l'iniziativa legale avanzata da Vasco Rossi nei confronti di Nonciclopedia che ha portato alla decisione del sito satirico di chiudere i battenti, i giovani comunisti della Fgci a "scaricano" Vasco Rossi. In una lettera aperta il segretario nazionale Flavio Arzarello ha scritto al rocker: "Il web è o dovrebbe essere un luogo aperto, uno dei pochi luoghi in cui ci si può ancora esprimere liberamente. Le poche battute che ti riguardavano, tra l'altro non offensive, certo non avrebbero intaccato la tua fama, il tuo prestigio e il tuo successo". Secondo Arzarello, inoltre, "le esperienze dei siti web, dei portali autogestiti equivalgono all'esperienza delle radio libere dei primi anni '70, quelle dove anche tu sei cresciuto. Quante frasi offensive si saranno ascoltate, quante battute fuori luogo? Come l'avresti presa se il più famoso cantante dell'epoca, magari offeso da una tua battuta innocente, avesse fatto causa alla tua Punto Radio? Certamente quel progetto sarebbe stato ammazzato sul nascere". Dunque, conclude Arzarello, "lasciami dire che la sproporzione di strumenti, di risorse tra i tuoi legali e il gruppo di ragazzi della Nonciclopedia non ti fa onore. Come può il grande Vasco Rossi sentirsi offeso da qualche frase buttata lì sul web?".   ENDORSEMENT ALLA ROVESCIA Se la sinistra più oltranzista non esita a prendere le distanze, il Pdl avanza una sorta di endorsement nei confronti del rocker di Zocca.  "Una volta di più, da liberale e da libertario, mi trovo d'accordo con Vasco Rossi, e spero che tanti non cadano nell'inganno di chi vuole assurdamente accusarlo di censura. La libertà è innanzitutto responsabilità: liberi tutti di scrivere quello che ci pare e piace, ma tutti responsabili per quello che scriviamo". Con le parole di Daniele Capezzone, dunque, si crea uno strano precedente: è un partito che appoggia e sostiene una celebrità e non viceversa. "Nessuna censura, nessun limite: ma piena assunzione di responsabilità per le nostre parole e i nostri atti", spiega il portavoce Pdl affermando che "proprio chi ama la rete deve comprendere che internet può positivamente esaltare le possibilità di confronto, di convivenza tra opinioni diverse, di coesistenza tra pareri opposti, tutti conoscibili e ovviamente confutabili, criticabili, contestabili. Ma guai se la rete divenisse una zona franca in cui qualsiasi insulto o qualsiasi affermazione lesiva, contraria alla verità, dannosa per una persona, potesse rimanere priva di qualunque possibilità di difesa o di risposta per la persona danneggiata. In quel caso, sarebbero i più deboli ad essere travolti e i più prepotenti a festeggiare". E allora "viva la libertà e viva la responsabilità, che possono e devono stare insieme. Censurare mai e in nessun caso, e invece rispondere sempre e fino in fondo per quello che si dice e si scrive, se - osserva - abbiamo danneggiato qualcun altro". IL CASO NASCE NEL FEBBRAIO 2010 La miccia della polemica che ha portato oltre 100mila utenti ad iscriversi alla pagina Facebook "Salviamo Nonciclopedia" è stata la comunicazione della chiusura del sito wiki satirico, una sorta di enciclopedia che si arricchisce dei contenuti prodotti dagli utenti. "Nonciclopedia chiude a causa di una denuncia che Vasco Rossi ha sporto contro il sito. Vasco Rossi - si legge sul sito web - si è sentito diffamato dalla pagina che lo riguardava". Una chiusura, spiegano gli amministratori del sito, decisa "per protesta e non per costrizione". L'annuncio ("Nonciclopedia sciopera a tempo indeterminato per colpa di quelle persone che si prendono troppo sul serio. Un sentito ringraziamento a Vasco Rossi e ai suoi avvocati") ha scatenato una pioggia di critiche via web al rocker. Per Tania Sachs, storica portavoce del cantante di Zocca "Vasco non ha mai chiesto la chiusura del sito - ha scritto sulla pagina Facebook del Komandante - ha molto semplicemente chiesto al suo avvocato di difenderlo in sede giudiziaria dalla diffamazione, persistente". La querela per diffamazione fu presentata nel febbraio 2010 contro il sito Noncicolpedia che "degli insulti a Vasco Rossi - lamenta la collaboratrice del cantante - aveva fatto la sua bandiera".  

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