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Secessione, scontro Lega-Napolitano Calderoli: c'è diritto ad autodeterminazione

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Il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli

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Le Opposizioni plaudono ma la base leghista è in rivolta contro le parole di censura del Capo dello Stato sulla "secessione". E diversi esponenti del Carroccio, da Borghezio a Salvini, usano parole pesanti contro il Colle. All'attacco il ministro Calderoli mentre il Senatur Bossi tace, almeno ufficialmente, e lascia e lascia parlare i suoi, che con toni decisamente più sfumati, ripetono un concetto semplice: c'è il diritto universalmente riconosciuto alla autodeterminazione dei popoli. Sono le parole di Calderoli e di diversi altri dirigenti lumbard. Francesco Speroni, capo delegazione della Lega al Parlamento di Strasburgo, fa presente che "quasi la metà" degli Stati oggi membri dell'Ue "ha avuto origine da una secessione" e cita la Repubblica Ceca e quella Slovacca che "hanno hanno attuato una secessione con metodi democratici". Un altro parlamentare europeo, Matteo Salvini, guarda al Belgio, dove "le Fiandre mantengono i valloni assistiti" e dove "presto ci sarà una separazione democratica". "Spero - replica a Napolitano - che il Presidente riesca a cogliere la similitudine...". Fra i più critici Mario Borghezio che attacca il Capo dello Stato usando l'ironia: "Le parole del Presidente stupiscono, provenendo da una persona intelligente che conosce molto bene la storia dell'Europa. Che è una storia di libertà, come ci insegna anche Carlo Cattaneo che lo stesso Napolitano - sottolinea maliziosamente il pasdaran del Carroccio - ha avuto il merito di inserire tra grandi del nostro Paese". "Tuttavia - è la conclusione di Borghezio - con le parole di oggi il Capo dello Stato sembra collocarsi, e molto stranamente, tra i nemici della libertà". Infine Marco Reguzzoni, attacca le opposizioni. "Non c'è articolo di legge che possa costringere milioni di cittadini a pagare e tacere, come Bocchino, la Finocchiaro e molti altri vorrebbero. Noi della Lega, al contrario - aggiunge il capogruppo alla Camera - siamo impegnati ogni giorno per cambiare democraticamente questo Stato che non funziona". Nel silenzio del Pdl, parla Anna Finocchiaro, capogruppo Pd al Senato, e dice che sarebbe ora di ascoltare "anche dal presidente del Consiglio qualche parola netta di condanna sulle stupide ampolle, sugli atteggiamenti volgari che rappresentanti leghisti spesso utilizzano e sugli attacchi alla Costituzione praticati con stupefacente frequenza". Ma non accadrà , "visti i ricatti a cui la Lega sottopone il governo". Italo Bocchino, vicepresidente del Fli, sottolinea che "le parole di Napolitano rappresentano una pietra tombale sulle velleità secessioniste" del Carroccio. "Purtroppo a predicare sulla secessione - interviene il leader Idv Antonio Di Pietro - non sono quattro amici al bar ma un ministro della Repubblica che specifico si occupa di riforme". Emanuele Fiano, Pd, è sicuro che la ragione del nuovo secessionismo sta nel fatto che "il Senatur ha bisogno di oscurare la voragine di fallimenti del governo che lui ha sostenuto e sostiene, e far dimenticare il tradimento dell'antico slogan 'Roma ladrona, la Lega non perdona". Le dimissioni dei ministri leghisti sono chieste dal leader dei Verdi Angelo Bonelli: "Dimenticano di aver giurato sulla Costituzione prima di diventare ministri della Repubblica italiana: a questo punto è il caso che si dimettano".

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