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Christine Lagarde, direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, lo ripete da tempo

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Lacrisi finanziaria sta mettendo in serio pericolo le banche europee che per evitare danni peggiori devono far mettere mano al portafoglio ai loro azionisti con iniezioni di capitale. I rischi sulla stabilità finanziaria sono infatti «aumentati» e «siamo tornati in una fase pericolosa, annullando parte dei progressi compiuti negli ultimi tre anni». La Lagarde per convincere gli istituti più restii ha fatto i conti di quanto la crisi abbia pesato sul credito europeo. Si parla di un impatto compreso tra 200 e 300 miliardi di euro da quando è iniziata. Il numero uno dell'organismo di Washington ha così invitato la politica ad assumere azioni decise e concrete per fermare il contagio. E ridurre i rischi al ribasso sull'economia che sono marcatamente aumentati. «C'è il rischio - ha rincarato la dose il Fmi - di un ulteriore deterioramento se le politiche appropriate non saranno adottate». «Siamo in una crisi di fiducia e il tempo per affrontare le vulnerabilità che minacciano la ripresa economica e il sistema finanziario sta per scadere. La crisi di fiducia, che rappresenta una minaccia importante sull'economia globale, è dovuta a tre fattori: crescita debole, bilanci deboli e debole politica» ha affermato Josè Vinals, responsabile del Dipartimento dei mercati di capitale del Fmi, sottolineando che «serve un'azione politica forte e coordinata perché la strada verso una crescita sostenibile si è ristretta ma non si è chiusa». La crisi del debito, «da quando è iniziata nel 2010, è stimata avere un impatto diretto di 200 miliardi di euro sulle banche dell'Unione Europea», che sale a 300 miliardi di euro se si include «l'aumento del rischio di credito delle esposizioni interbancarie». La stima non include le necessità di capitale delle banche. «Numerose banche europee hanno bisogno di aumentare il capitale, e alcune dovranno farlo usando fondi pubblici», anche l'Efsf. «La crisi, ora al quinto anno, è entrata in una nuova fase più politica. Le differenze politiche fra le economie dell'area euro hanno impedito il raggiungimento di una soluzione duratura della crisi. Gli accordi del 21 luglio sono importanti e vanno attuati». «Fra le banche e il settore pubblico c'è una joint-venture, tutti devono fare la loro parte. Le banche rafforzare il proprio capitale - ha affermato Jose Vinals, responsabile del Dipartimento dei capitali del Fmi - e le autorità devono ristrutturare o chiudere le istituzioni deboli». Le banche europee sono profondamente interconnesse e questo amplifica - evidenzia il Fondo - gli shock legati alla crisi del debito». Parole pronunciate prima del downgrading sugli istituti italiani arrivato ieri in serata.

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