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Ministeri al Nord Stop del Colle

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Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (S) parla con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi

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Si è preso qualche giorno di tempo per valutare la portata di quello che era accaduto a Monza, poi ha deciso che il trasferimento degli uffici dei ministeri al Nord sbandierato dalla Lega non poteva restare senza una reazione ufficiale. E così Giorgio Napolitano ha scritto a Silvio Berlusconi per fargli sapere che guarda con estrema "preoccupazione" all'accelerazione impressa da Bossi sul tema del decentramento ministeriale. È stata una nota ufficiale del Quirinale a rendere di dominio pubblico l'iniziativa del capo dello Stato. LETTERA AL PREMIER Poche righe che dicono l'essenziale, e cioè che Napolitano non vuole avallare un trasferimento «de facto» dei ministeri fuori dalla Capitale: «Il Presidente della Repubblica - si legge nella nota - ha oggi inviato al Presidente del consiglio una lettera contenente rilievi e motivi di preoccupazione sul tema, oggetto di ampio dibattito, del decentramento delle sedi dei Ministeri sul territorio». Per quanto lo show di Monza sia stato più simile a una manifestazione di partito che a una cerimonia ufficiale, Napolitano non poteva restare con le mani in mano. Come avrebbe potuto far finta di niente, visto che lo show di Monza coinvolgeva non solo Calderoli e Bossi ma anche il superministro dell'Economia Tremonti, titolare di un dicastero simbolo dell'unità nazionale? Tanto più che solo pochi mesi fa il Capo dello Stato era già intervenuto per frenare gli ardori leghisti. Aveva detto che non si possono decentrare tutti i ministeri, perchè «ci sono delle funzioni che non possono essere frammentate e ci sono beni che non possono essere abbandonati all'arbitrio di gestioni locali». E, per non essere frainteso, aveva citato esplicitamente i ministeri dell'Interno, degli Esteri e dei Beni Culturali come esempio di dicasteri che mai potranno mai trasmigrare lontano dalla Capitale proprio in virtù del loro ruolo nazionale. In una seconda occasione, durante una visita a Verona dello scorso giugno, Napolitano aveva richiamato la Costituzione e il principio dell'Italia «una e indivisibile». Quando poi a Pontida Bossi aveva rilanciato la parola d'ordine del trasferimento dei ministeri, il Quirinale aveva fatto trapelare che il capo dello Stato era intervenuto per bloccare sul nascere l'idea di un trasloco armi e bagagli dei dicasteri di Bossi e Calderoli. GELO QUIRINALE-PALAZZO CHIGI A Palazzo Chigi fanno sapere che la lettera di Napolitano è stata accolta con «rispetto e attenzione». E domani dovrebbe esserci la risposta. Tuttavia nella sede del governo si è dovuto prendere atto che il tentativo di circoscrivere l'happening di Monza (il comunicato ufficiale di domenica scorsa metteva in chiaro che si trattava solo dell'apertura di uffici decentrati e di rappresentanza) non è bastato a rassicurare il Colle. È una lettera su cui Berlusconi intende riflettere anche se ,si fa notare in ambienti della maggioranza,è soprattutto la Lega che dovrebbe meditare sule parole del capo dello Stato. LA REAZIONE DELLA LEGA Per ora, in casa leghista è palpabile l'irritazione per quella che viene giudicata come una sorta di frustata. Bossi, dicono quelli che l'hanno visto, non l'ha presa bene e ha reagito con rabbia. La consegna è di evitare polemiche, ma qualcuno, a mezza bocca, si fa sfuggire giudizi pesanti su Napolitano: come il deputato Luciano, Dussin, che, gelido, dice che, riferendosi a Napolitano, ha commentato:«Poteva fare a meno di disturbarsi» perchè «le cose serie di cui preoccuparsi sono altre». Intanto la "Padania" di domani pubblica un fondo dal titolo eloquente ('E Napolitano comincia a preoccuparsì) corredato da un manifesto sui ministeri su cui campeggia la frase "Quando un popolo come quello padano cammina, piega la storia". IL SINDACO DI ROMA ALEMANNO Entusiasmo alle stelle per l'altolà di Napolitano, invece, nel fronte del no al trasferimento dei ministeri,del quale fanno parte a pieno titolo anche la governatrice del Lazio Polverini e il sindaco di Roma Alemanno, che proprio oggi si era scagliato contro "le buffonate" di Monza mandando "al diavolo" gli ideatori. La Polverini esulta e invita la lega a prendere atto che sui ministeri non si scherza. Nell'opposizione , da Casini a Bocchino, da Zingaretti alla Finocchiaro è un coro di consensi per l'intervento del Colle. Monza può aspettare.  

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