Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Silvio ritira la norma sul Lodo Mondadori

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi

  • a
  • a
  • a

«Per sgombrare il campo da ogni polemica ho dato disposizione che questa norma giusta e doverosa sia ritirata». Al termine di una giornata convulsa con il governo in piena bufera, Berlusconi ha pensato bene che era necessario intervenire di persona per fare quello che da più parti, e nella stessa maggioranza, gli è stato suggerito. Ovvero ritirare la norma della manovra economica che avrebbe sospeso l'esecutività del risarcimento di 750 milioni a carico della Fininvest e a favore della Cir di Carlo De Benedetti. L'assedio al governo è cominciato di prima mattina con l'offensiva serrata dell'opposizione ma anche con segnali di irritazione da parte della Lega. I ministri leghisti, Bossi, Calderoli e Maroni avrebbero appreso dai giornali l'esistenza di questa norma e reagito con «stupore» e «rabbia». Sarebbe stata proprio la Lega a incalzare il premier, che peraltro per tutta la giornata ha continuato a dire di non essere il regista di questa operazione, inducendolo a ritirare la norma. Polemiche e smentite si sono incalzate fino a sera sotto gli occhi attenti del Quirinale che in via informale lasciava trapelare irritazione. «Non si tratta di una legge ad personam» è stata la linea di replica del Pdl all'opposizione. Il ministro Frattini spiega che «non c'è stata una discussione approfondita in Consiglio dei ministri» sulla norma che ha scatenato le reazioni dell'opposizione. «È un principio che già esiste nel Codice Civile. Non c'è nessun intento ad personam». Quindi in serata le parole di Berlusconi. Il premier spiega che la norma «non solo è giusta ma anche doverosa specie in un momento di crisi dove una sentenza sbagliata può creare gravissimi problemi alle imprese e ai cittadini». Ma le opposizioni «hanno promosso una nuova crociata contro questa norma pensando che, tra migliaia di potenziali destinatari, si potrebbe applicare anche a una società del mio gruppo. Si è prospettato infatti che tale norma avrebbe trovato applicazione nella vertenza Cir-Fininvest dando così per scontato che la Corte di appello di Milano effettivamente condannerà la Fininvest al pagamento di una somma addirittura superiore al valore di borsa delle quote di Mondadori possedute dalla Fininvest». Nonostante il ritiro della norma, Fini ha criticato il governo, e in modo inusuale dal suo scranno di Montecitorio: «Da parte mia non posso che sottolineare la totale inopportunità di inserire nella manovra una norma che si dice sia stata ritirata». La decisione di Berlusconi però non abbassa la temperatura. Il Quirinale lascia trapelare che il ritiro della misura che avrebbe interessato il Lodo Mondadori risponde solo ad una delle osservazioni prospettate dal Colle al governo per indicare criticità, problemi tecnico-giuridici e di coerenza del decreto legge che contiene la manovra economica. Sulle altre questioni, il Quirinale resta in attesa di risposte dall'Esecutivo. Le osservazioni non riguardano il merito del provvedimento, che rimane di esclusiva competenza e responsabilità del governo. Secondo quanto trapela nella maggioranza, le altre questioni ancora all'esame potrebbero riguardare le pensioni, la soppressione dell'Ice con il trasferimento sotto il ministero degli Esteri e le quote latte. Restano i dubbi su cosa sia realmente avvenuto.Molti ministri del Pdl non esitano a descrivere un premier irritato per l'ennesimo trabocchetto creato da Giulio Tremonti con il placet dello stesso Carroccio. Se infatti molti pidiellini sono convinti che il provvedimento fosse frutto di un lavoro ristretto tra Berlusconi e Angelino Alfano, nessuno mette in dubbio che anche il Tesoro essendo l'estensore del provvedimento fosse all'oscuro del coup de theatre. Il superministro, è il ragionamento dei più maligni, avrebbe acconsentito all'inserimento sapendo che dal Quirinale sarebbe arrivato lo stop. In più la presa di distanza del titolare di via XX Settembre dalla norma stessa, è il ragionamento di un ministro del Pdl, la dice lunga sui rapporti con il capo del governo.

Dai blog