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Pensioni e province, monta la rabbia

Il Parlamento boccia i tagli alle province

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«Con questa Manovra l'Italia riuscirà a raggiungere il pareggio di bilancio nel 2014». Mentre Giulio Tremonti illustra il decreto che consente di recuperare i primi 51 miliardi di euro, spiegando dove e come tagliare, i cittadini sentono piombare ancora una volta le mani del governo nelle proprie tasche. Pubblichiamo alcune delle lettere arrivate alla redazione de Il Tempo. La rabbia dei lettori si concentra principalmente sulla mancata abolizione delle Province (considerate da tutti uno spreco e uno strumento clientelare per conservare il potere della "casta") e sulla norma che intende modificare la rivalutazione delle pensioni. Bersaglio prediletto rimane il Palazzo, con i suoi privilegi: auto blu e vitalizi d'oro non conoscono crisi economiche. Se la casta fa Provincia «Gentile Direttore, apprendo che il Partito Democratico si è astenuto nella votazione sull'abolizione delle Province, sostenuta da Idv e Sel e persino dal Sindaco Pd di Firenze Matteo Renzi, favorendo il perdurare di una consistente parte della "casta" e di un consolidato spreco di Stato.  Se non sbaglio, in passato tutti i partiti politici (Pd compreso) hanno ventilato più volte in campagna elettorale la soppressione delle Province, per poi dimenticarsene puntualmente. Diciamoci la verità: le Province non si toccano perché sono formidabili macchine elettorali, con consistenti pacchetti di voto e ampie clientele. Sono strumenti preziosi di consenso politico e di conservazione del potere. L'astensione di Bersani & compagni rappresenta pertanto una ulteriore grave sconfitta della politica. Saluti». Antonio Taraborrelli Pescara Traditi ancora una volta Mi aggiungo al coro sempre più numeroso dei profondamente delusi e amareggiati nei confronti del cosidetto governo di centrodestra. Ho sempre dato il mio voto a Berlusconi, ma purtroppo devo prendere nota che si sta rivelando un tronfio parolaio. «Non metteremo mai le mani in tasca agli Italiani», dicono. Poi, ciò che sanno fare per prima cosa, è ridurre le pensioni, aumentare le tasse, e Dio ci guardi dal (non dico eliminare) ma almeno ridurre tutti gli innumerevoli vantaggi della casta. Questo si chiama tradire la fiducia data». Ramiro Giorgi Chi tutela i risparmiatori? «Su vari giornali si evidenzia la differenza tra il regime attuale dei Bot annuali e quello post decreto inserito nella manovra economica . Per esempio, il rendimento netto su 10.000 euro passa da 152,5 euro (1,52%) a 66,7 euro (0,67%) e a 36,7 euro (0,37%) nel 2013. Ma occorre tener conto che con l'inflazione i 10.000 euro di valore nominale restituiti al risparmiatore dopo un anno avranno un valore reale inferiore e gli interessi lordi serviranno solo a compensare la perdita sul capitale . Dopo imposte, bollo e commissioni il rendimento è negativo già ante decreto e lo diviene ancor di più post decreto. Inoltre tra interessi e commissioni sui prestiti alla clientela le banche acquisiscono percentuali molto più alte dell'inflazione mentre riservano alla clientela che affida loro i propri risparmi tassi reali negativi, che cioè non coprono neanche l'inflazione. Questa forbice tra tassi attivi e passivi non è più accettabile ed è indice di mancanza di concorrenza nel sistema bancario, problema che le autorità preposte alla difesa del risparmio dovrebbero urgentemente e seriamente affrontare. Un saluto». Ascanio De Sanctis Roma Al servizio dello Stato «In parlamento la classe politica ha avuto l'occasione per fare un passo avanti notevole in tal senso con l'abolizione delle province, ma la nuova aristocrazia privilegiata è di nuovo uscita allo scoperto. Hanno votato contro Pdl e Lega e con l'astensione strategica il Pd le province quindi non sono state abolite. Da questa classe composta da 176.000 politici e due milioni di collaterali si cominciano a staccare l'Idv e il terzo polo che cominciano a dimostrare una certa presa di coscienza della realtà del paese: ne guadagneranno in voti. Insistano! Propongano! Via le auto blu per l'80 percento, una legge per vietare le consulenze a enti pubblici o similari, ridimensionare i palazzi della politica, esaminare a fondo le sacche del privilegio politico: in sostanza la classe dirigente del paese abbia un tenore di vita dignitoso, anche agiato, ma sempre al servizio dello stato…non lo stato al loro servizio». Francesco Degni Idee per i pensionati «Caro Direttore, ho letto con soddisfazione nel suo editoriale una forte presa di posizione nei confronti del provvedimento di raffreddamento e-o abolizione della scala mobile nei confronti dei pensionati. Volevo farle presente che in merito alle pensioni esiste presso il Senato una proposta di legge di iniziativa popolare, sottoscritta da 74.646 pensionati, depositata il 03 06 2008 prot. 729 che chiede: a) un paniere specifico dell'indice ISTAT, calcolato esclusivamente su prodotti di interesse per la categoria dei pensionati. b) reversibilità delle pensioni senza abbattimenti. c) rivalutazione sistematica delle pensioni di annata. Saluti». Piero Valente Loro pensano ai circhi «Crisi economica, consumi fermi, disoccupazione giovanile alle stelle, precariato a vita. Mentre tutto questo bussa pesantemente alle finestre del Palazzo, all'interno di esso c'è chi si preoccupa con trepidazione di abolire la presenza degli animali nei circhi. Con tutto il massimo rispetto per gli animali, non sembra proprio un'emergenza quella di impedire ai pochissimi circhi ancora esistenti (dieci, venti?) di tenere a pensione qualche leone spelacchiato o un orso sdentato. In compenso, però, la Camera dei Privilegiati – pardon, Deputati – ha rigettato l'abolizione delle inutilissime Province. Guarda caso, con l'intervento decisivo di quel Partito Democratico che è la massima espressione dello statalismo burocratico e di quella politica che – con mirabile efficacia – Winston Churchill definiva “equa distribuzione della miseria”». Domenico Rotella Roma Solo false promesse «Dato che non è possibile scegliere i candidati e soprattutto qualsiasi promessa è carta straccia, come conferma anche la bocciatura dell'eliminazione delle province, che sia eliminata la campagna elettorale e siano annullati i relativi rimborsi. Si risparmieranno un sacco di soldi e tante prese in giro». Moreno Sgarallino Io, pensionato "ricco" «Caro direttore, sono un pensionato di 72 anni che fa parte della categoria cosiddetta "ricca" in quanto percepisco una pensione lorda di circa 45000 euro (netta circa 32000), ma nessuno mi ha regalato nulla in quanto ho lavorato 41 anni come responsabile in un settore operativo dove lo straordinario, e la reperibilità, erano un obbligo, e che mi ha permesso di avere una pensione più sostanziosa. In 6 anni la mia pensione si è rivalutata di circa 40 euro l'anno. Non mi lamento di quello che prendo ma malgrado io abbia 72 anni pago tutto dalle medicine alle visite mediche ai ticket, polizza sanitaria. E io sarei ricco... Pensi a quanti Paperoni ci sono in Italia! Quelli veri gravitano nell'orbita politica. Perdoni per il mio sfogo ma quando sento che si toccano i soldi dei pensionati e dei lavoratori mi ribolle il sangue». Luciano Gentili E le pensioni delle toghe? «Caro Direttore, sono un Suo ammiratore. Apprezzo i Suoi interventi pacati e ragionati spesso imbarazzanti per gli interlocutori. Per quanto ha tratto il parziale blocco delle perequazioni non condivido le Sue idee. Infatti il blocco non opera sino ai 1.428/00 €uro. È parziale dai 1.428/00 ai 2.380/00. Nulla per le pensioni superiori a € 2.380/00. Quindi andiamo nel campo delle pensioni medio/alte. Parlamentari e Magistrati. I Magistrati, è bene ricordarlo, godono di una perequazione al 100% al costo della vita grazie ad una sentenza della Consulta emanata in pieno conflitto di interessi. Lei pensi che perequazione avrebbe uno che gode di più pensioni o di una di 10/20 o 30 mila €uro. Cordialmente». Enzo Ruggieri Torino Pensioni e privilegi «Sono un pensionato con una pensione di 1500 euro mensili, ottenuta dopo una vita di lavoro e dopo versamenti, come richiesto da legge. È disdicevole che con la nuova finanziaria andiate a bloccare parzialmente gli aumenti annuali dovuti all'inflazione. Infatti, vi sono ancora tante aree di pensioni privilegiate, ottenute dopo pochi anni di lavoro e con contributi minimi e queste non sono state toccate. Insomma, in questo paese solo le persone corrette, oneste vengono perseguitate e trattate male. Confidavo in un intelligenza del centrodestra superiore alla sinistra ma ne son rimasto deluso ed incredulo. Così perderete tanti consensi. Saluti». Giancarlo Basta menzogne «Caro Sechi, lei è una persona di buon senso ed onestà intellettuale, vorrei dirle alcune cose riguardatni le pensioni e suggerirle di fare una bella e seria indagine. Si parla sempre delle pensioni basse, come se fosse una colpa percepire pensioni medio alte. Bisognerebbe evitare di fare della demagogia e cominciare a dire qualche verità anche se scomoda. Si colpevolizzano i quadri e dirigenti che hanno lavorato una vita e fatto carriera. Questi hanno pagato contributi salatissimi e tasse ad aliquote elevate, oltre ad aver sempre sostenuto i consumi. Perché non si dice la verità sulle pensioni basse? Chi ha versato di più ha il sacrosanto diritto ad un vitalizio più elevato ed a conservarne il potere di acquisto. Chi ha versato poco, ha, per contro, un vitalizio basso e se questo non è sufficiente a mantenere un decente tenore di vita, non è l'INPS che deve aumentargli la pensione, a scapito delle pensioni, sacrosante, più elevate. Si deve smettere di colpevolizzare i titolari di vitalizi da lavoro, elevati. Si facciano vedere i conti veri e si mettano a contronto assegni e versamenti. Non si considerino d'oro le pensioni medio alte da lavoro di quadri e dirigenti. Si distinguano da quelle, regalate a politici ed affini. È sbagliato alimentare una lotta, sbagliata, di classe. È sbagliato pensare di alzare gli assegni di chi non ha versato nulla o molto poco, espropriando coloro che hanno versato di più e sempre pagato di più. Basta menzogne!». Laura Facciamo noi una legge «Caro Direttore, è inutile (solo per impotenza) insistere sulle giustissime critiche che hanno accolto la recente manovra, forte con i deboli e debole con i forti. Mi sembra però di ricordare che esiste la possibilità di redigere leggi “ad iniziativa popolare”. Sbaglio? E se non sbaglio, è possibile che nessuno che ne abbia la capacità o la competenza, si faccia parte diligente per rimediare alle malefatte della “casta” e ripristinare un minimo di giustizia?». Massimo Lucarelli Demagogie di sinistra «Egregio Direttore, che dire di quanto accade tra i componenti dell'opposizione, quella che dovrebbe o vorrebbe sostituire l'attuale maggioranza? Si rimane esterrefatti! Ad una proposta dell'Idv per l'abolizione delle Province, cosa fa il Pd? Si astiene, bocciando di fatto la proposta stessa e mandando a p...ne tutti i bei discorsi di anni. Sì di anni, ma di propaganda! Al momento di contare e contarsi infatti...contrordine compagni! Dicono, non ci credo, sia dovuto a tutti quei simpatizzanti imbucati nei vari posti pubblici. Ed allora? Niente, hanno scherzato, ora cercheranno di rimediare dando la colpa a Lui, attirando altrove l'attenzione, creando qualche altro capo d'accusa. Più avanti, ad acque calme, dimenticando i particolari di oggi, qualcuno di loro dirà: "Berlusconi pensi ad abolire le Province e non a leggi ad personam"! Ed i peones ripeteranno. "Sì, giusto, è una vergogna, via le Province". E, con l'estate, qualche intellighenzia farà un giro in barca, qualche altra in Africa e altre ancora nel Salento della bella Regione Puglia! Ed il popolo? Il popolo...bue!». L. C. G. Montepagano (Te)    

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