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Pensioni alleggerite, il Governo ci ripensa

Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi

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Le proteste, soprattutto dell'elettorato di centrodestra, hanno sortito l'effetto di costringere il governo a mettere in cantiere una parziale retromarcia sulla norma della manovra che blocca la rivalutazione delle pensioni. Come già anticipato da Il Tempo, infatti, lo stesso Tremonti dopo la levata di scudi contro il provvedimento avrebbe confidato alla sua cerchia di consiglieri l'intenzione di alzare il tetto minimo di pensione sul quale applicare lo stop agli scatti di adeguamento al costo della vita. Ieri il ministro Tremonti ha detto che la norma resta ma che è pronto a cambiarla pur chiedendo il vincolo di ottenere saldi di finanza pubblica invariata. Dunque le proposte sono ben accette. Una posizione che ha seguito quelle della a mattinata del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi che aveva dimostrato la sua apertura: «Siamo apertissimi a discuterne», ha assicurato il ministro margine di un'iniziativa proprio sul welfare, dove ha partecipato insieme alle parti sociali. La norma blocca, per il biennio 2012-2013, la rivalutazione automatica delle pensioni superiori a 5 volte (sopra i 2.380 euro) quelle minime. Per le fasce comprese tra 3 e 5 volte, la rivalutazione rispetto all'inflazione scende al 45%. Una misura «socialmente ingiusta», la definiscono Cisl e Uil. «Le fasce più basse sono indicizzate al 100%. Si tratta di guardare alle fasce medie e alte. «Siamo pronti a modifiche» ha affermato Sacconi. «Ma non dimentichiamo - ha evidenziato - che norme di questo tipo sono state fatte da tutti i governi di centrosinistra. Eviterei, quindi, una polemica ideologica a questo proposito. Verifichiamo - sottolinea - i modi di produrre un effetto finanziario ma diversamente da come oggi è disposto. Siamo apertissimi a discuterne, come abbiamo detto da subito». Apertura che il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, ha giudicato positivamente: «Andiamo subito ad una verifica». Il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, «suggerisce anche come coprirla: anticipando la tassazione sulle transazioni finanziarie». Scettica il leader della Cgil, Susanna Camusso: «Spero lo facciano davvero. Il ministro - dice riferendosi a Sacconi - aveva già promesso che non si sarebbe fatto nulla sulle pensioni...». Si sofferma, invece, sulla necessità di tagliare la spesa pubblica per scongiurare il rischio Grecia, la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia: «In un momento complesso come questo, il nostro Paese ha bisogno di tagliare la spesa pubblica, di riequilibrare i conti, altrimenti rischia di diventare come la Grecia, anche se non siamo come la Grecia», dice: «Tagliare la spesa non piace a nessuno, ma dobbiamo farlo». A lei replica Camusso: sì ai tagli ma sulla «spesa improduttiva. È troppo facile, anche da parte di Confindustria, dire che bisogna tagliare la sanità, le pensioni, il lavoro pubblico».

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